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Opinioni

Dopo un anno il Napoli di Gattuso è finito ‘mur e mur cu spital’

A leggere la classifica del Napoli di un anno fa e quella attuale non c’è differenza: la squadra è sesta, fuori dalla zona Champions e con un trend di risultati da far tremare i polsi. Gattuso definì quella situazione difficile con un’espressione molto chiara: “Stiamo muro a muro con l’ospedale”. Cosa è cambiato da allora? Nulla. Compreso il fatto che ancora non si è capito come giocano gli azzurri.
A cura di Maurizio De Santis
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"Barcellona in difficoltà? Lo dico in calabrese: se il Barcellona è in difficoltà nuje simm mur e mur co ‘spital (noi siamo muro e muro con l'ospedale)". Un anno fa Gennaro Gattuso pronunciava questa frase in occasione della partita di campionato con il Brescia che avrebbe preceduto l'andata degli ottavi di Coppa contro i catalani. Rispetto ad allora cosa è cambiato? Nulla. Anzi, per il Napoli le cose vanno anche peggio a giudicare dalla sequenza d'infortuni (Hysaj e Demme sono gli ultimi della lista) che fa il paio con il trend di rendimento negativo. I partenopei occupavano la sesta posizione a quota 36 punti assieme al Parma e al Milan, adesso si ritrovano sullo stesso gradino ma con un punto in più (37) e affiancati dall'Atalanta. Oggi come un anno fa sono ai margini della zona Champions.

Cinque vittorie, cinque sconfitte. Dopo 10 giornate di campionato al posto di Carlo Ancelotti (esonerato dopo aver portato in dote il superamento della fase a gironi) era questa la tabella di marcia e dei risultati ottenuti dal tecnico. L'esordio fu addirittura drammatico: 4 ko in 5 gare. Ironia della sorte fu proprio contro la Juventus (26 gennaio, alla 21sima giornata) che la squadra scacciò i cattivi pensieri ed ebbe uno scatto d'orgoglio battendo i bianconeri (2-1) al San Paolo (attualmente Stadio Maradona). Fu come spezzare un incantesimo e iniziò la risalita con l'unico neo del tonfo in casa contro il Lecce (5 successi, 1 stop). Lo scoppio della pandemia fece saltare tutto.

Lo scenario odierno non è tanto diverso da un anno fa. Il Napoli continua a essere "muro a muro con l'ospedale", ovvero si trova ancora una volta in piena crisi scandita da una situazione emotiva, tecnica e di classifica tanto negativa quanto preoccupante per l'incapacità di reagire mostrata dalla squadra. Il Covid e gli infortuni (contro i bianconeri mancheranno Manolas e Koulibaly, assottigliando di fatto il numero dei difensori) rappresentano sicuramente un'attenuante generica per il tecnico che finora ha dovuto rinunciare anche a Osimhen e a Mertens in attacco. Il nigeriano è rientrato in campo da poco ma è ancora lontano dalla forma migliore. Il belga è frenato da un problema alla caviglia sinistra che si trascina dallo scorso mese di dicembre. Qual è l'aspetto a detrimento dell'ex milanista? È trascorso più di anno da quando è sulla panchina del Napoli ma ancora non ha capito come far giocare la squadra e nemmeno è chiaro quale sia l'identità tattica.

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Da venticinque anni nel mondo dell’informazione. Ho iniziato alla vecchia maniera, partendo da zero, in redazioni che erano palestre di vita e di professione. Sono professionista dal 2002. L’esperienza mi ha portato dalla carta stampata fino all’editoria online, e in particolare a Fanpage.it che è sempre stato molto più di un giornale e per il quale lavoro da novembre 2012. È una porta verso una nuova dimensione del racconto giornalistico e della comunicazione: l’ho aperta e ci sono entrato riqualificandomi. Perché nella vita non si smette mai di imparare. Lo sport è la mia area di riferimento dal punto di vista professionale.
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