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De Ligt racconta lo sfotto’ per i falli di mano: “Ma che hai una calamita nel braccio?”

Matthijs de Ligt è alla prima stagione con la Juventus: bilancio tra luci e ombre per l’ex difensore dell’Ajax che a inizio campionato ha spesso fatto parlare di sé per gli interventi goffi, rischiando o provocando calci di rigore. In un’intervista a un canale Youtube l’olandese ha scherzato sul nomignolo di “giocatore da pallamano” che qualcuno gli ha rivolto.
A cura di Maurizio De Santis
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Venti minuti d'intervista dove ha parlato di tutto. Matthijs de Ligt, difensore della Juventus, s'è confessato al cospetto di un "giornalista" molto speciale, il compagno di squadra Wojciech Szczęsny che è passato dall'altra parte della barricata vestendo i panni del "nemico" per un servizio pubblicato su Youtube dal canale Foot Truck. L'ex Ajax aziona la sequenza videoclip e scorre a ritroso la pellicola: difficoltà di ambientamento (anche tattico), la sfortuna di trovarsi sempre al posto sbagliato nel momento sbagliato rischiando o provocando rigori, l'aiuto dei compagni di squadra più influenti così da superare anche i momenti più difficili.

Il tasto dolente? Lo sfotto' – che ha accettato con ironia e stimolo a fare meglio – di aver confuso il calcio con un'altra disciplina (la pallamano) a causa di interventi tanto goffi quanto improvvidi. Uno dei più clamorosi capitò in occasione del derby contro il Torino e de Ligt lo ricorda così.

Ero sotto la doccia dopo la partita del Torino e i compagni di squadra mi dicevano: È incredibile, è come se ci fosse una calamita nel braccio… Però quando commetto un errore di quel tipo e qualcuno fa osservazioni del genere non me la prendo. Chi scherzo sopra e guardo avanti.

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Altro tallone d'Achille: il trasferimento dall'Olanda all'Italia è stato palese anche per il cambiamento di modulo e di approccio tattico. Calarsi subito nella nuova realtà di Sarri, entrare a far parte di quel meccanismo (che a Napoli è sembrato quasi perfetto mentre a Torino non è mai decollato del tutto) s'è rivelato più arduo di quanto lui stesso s'aspettava. La Serie A e la Juventus sono anche questo.

Abbiamo fiducia in te – mi hanno detto a Torino quando hanno scelto di puntare su di me -. Purtroppo sono arrivato più tardi rispetto agli altri e sono subito partito per il tour in Asia. Non mi ero nemmeno allenato e quando sono andato in campo contro il Tottenham dopo 20 minuti non riuscivo nemmeno a respirare. Poi alla Juve ho dovuto adattarmi a un modo diverso di giocare rispetto all'Ajax.

A prenderlo sotto l'ala protettiva ci hanno pensato i "senatori" dello spogliatoio come Buffon, Chiellini, Bonucci. E poi lavorare con un campione come Cristiano Ronaldo ti regala stimoli incredibili oltre che una grande emozione perché alla fine de Ligt resta un ragazzo di 20 venti anni che è solo all'inizio della carriera.

Quando sono entrato per la prima volta nello spogliatoio della Juventus, ero come un bambino in un negozio di caramelle… vedevo campioni come Buffon e Ronaldo. Tutti per me sono stati molto importanti.

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