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Cosa serve al Napoli contro l’Eintracht per confermarsi dominante anche in Champions

Gli uomini di Spalletti devono dimenticare il dominio italiano e giocare con sfrontato equilibrio di fronte a un’ottima squadra come l’Eintracht Francoforte.
A cura di Jvan Sica
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L’immagine che subito è diventata virale del Napoli, quasi con tutti gli effettivi, che aspetta famelico il fischio dell’arbitro per aggredire gli avversari del Sassuolo ha un significato (Barthes direbbe il punctum dell’immagine) particolare. Il Napoli nel nostro campionato è e si sente nettamente superiore, più bello, più forte, più determinato, più coraggioso.

La foto è lì a dimostrarlo, come i risultati. Vero che il Napoli ha perso una partita a San Siro con l’Inter il 4 gennaio, ma era in evidente stato di ricarico fisico post-Mondiale (la famosa seconda preparazione). Tanto è vero che gli uomini di Spalletti hanno giocato meno bene a gennaio, nonostante uno sfavillante 5-1 contro la Juve che al 45’ poteva stare serenamente sul 2-2, per accelerare di nuovo adesso quando conta tanto.

Questa superiorità schiacciante che si abbina anche la predisposizione passiva degli avversari (tu, allenatore di serie A, te la senti di giocare a sistema puro, 2 vs 2, contro Kvara e Osimhen? Paura, eh?) deve essere messa nell’angolo dove si produce la serotonina (ad esempio nelle cellule enterocromaffini della parete gastrointestinale) per avere la felicità di proporre sempre il proprio gioco, ma in parte anche dimenticata, perché in Champions League la mentalità è diversa.

La gioia dei calciatori partenopei dopo il pesante successo sul Liverpool.
La gioia dei calciatori partenopei dopo il pesante successo sul Liverpool.

Di corti musi in Europa non vogliono manco sentire parlare, tanto è vero che, sarebbe da dire a chi si arrabbia per l’etichetta, che ci sono tifoserie che fischiano anche quando si vince, se non si vince come si deve.

Ma tornando al Napoli, cosa serve? Serve semplicemente che il Napoli di oggi sia il Napoli di settembre e ottobre, quando ha mollato una caterva di gol alle avversarie in Europa senza farsi troppi problemi. Quel Napoli era lo stesso di adesso a cui aggiungeva anche quella piccola cellula di umiltà della prima volta. Si giocava e si dominava con le squadre che hanno fatto la storia del calcio, c’era sorpresa e consapevolezza, piacere e gusto, felicità e attenzione. Tutto in equilibrio.

L’Eintracht Francoforte è come tutte le squadre che partecipano alla Champions League una grande squadra, che ha calciatori ottimi come Kevin Trapp, Randal Kolo Mouani, nato a 24 giorni di distanza da Osimhen, Philipp Max, ma è anche una squadra che gioca molto meno bene del Napoli, che è più aggressivo, veloce, tecnico, con scelte tattiche che stanno facendo strabuzzare gli occhi di tanti, come il doppio antiterzino e Kvara che nel mezzo spazio fa movimenti che nessuno prende e capisce.

Il Napoli è al comando in Serie A, sono 15 i punti di vantaggio sull'Inter.
Il Napoli è al comando in Serie A, sono 15 i punti di vantaggio sull'Inter.

Alla fine della fiera si spera che vinca la squadra migliore, ma affinché succeda in Europa si deve scendere in campo con tutti gli elementi che fanno feroce una squadra, senza mai dimenticare la voglia di essere superiori ma anche l’umiltà di dimostrarlo (vedi PSG, l’esempio da prendere ad antimodello). Se il Napoli lo farà, si potrà guardare avanti e avanti vuole dire quarti di Champions League, dove osano solo i campioni.

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