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Chi è Anderson Daronco, l’arbitro brasiliano con cui è meglio non litigare

In Brasile c’è un arbitro che fa parlare di sé più per la sua stazza che per le sue prestazioni sul campo. È il 40enne Anderson Daronco, alto circa 190 centimetri per 90 chili di peso, da poco diventato direttore di gara internazionale. I suoi bicipiti scolpiti hanno attirato l’attenzione dei social, fino a farlo diventare un personaggio in patria. Daronco, però, ci tiene a essere rispettato soltanto per il suo modo di arbitrare e, in questo senso, è stato il primo direttore di gara brasiliano a interrompere una partita in seguito a cori omofobi.
A cura di Valerio Albertini
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Più volte siamo rimasti sorpresi alla vista di giocatori dalla corporatura estremamente robusta o muscolosa, come accaduto con Adama Traoré o Adebayo Akinfenwa. Raramente, però, ad attirare la nostra attenzione da questo punto di vista è stato un arbitro. C'è un direttore di gara, però, destinato suo malgrado a far parlare di sé più per la propria forma fisica che per il modo in cui conduce le gare. Si chiama Anderson Daronco, è brasiliano di Santa Maria e ha 40 anni. Da tempo si è fatto notare per i bicipiti giganteschi, ma la sua figura è tornata alla ribalta negli ultimi tempi, quando si è presentato sul campo ancor più muscoloso rispetto al passato. Arbitro delle Qualificazioni Mondiali per il Sudamerica, della Copa Libertadores e del campionato brasiliano, Daronco ha diretto la sua ultima partita lo scorso 13 giugno. Quel giorno si è reso protagonista di un incontro ravvicinato con Hulk, che ha scatenato i social. Numerosissimi i commenti all'immagine che vede insieme l'ex calciatore dello Zenit e il direttore di gara, tra chi l'ha paragonata a un live action della Marvel e chi ha fantasticato sul dialogo andato in scena, fantasticando su consigli sulla dieta o sull'allenamento.

La fama di arbitro forte e il modo in cui cura il suo fisico

Con un passato nella pallamano e da insegnante di educazione fisica, Anderson Daronco ha intrapreso la carriera da arbitro 1999 e ha scalato le categorie del calcio brasiliano, fino a diventare un direttore di gara internazionale. Alto circa 190 centimetri per 90 chili di peso, Daronco ha la fama dell'arbitro forte e intransigente, anche se tiene a essere giudicato non per il suo aspetto esteriore, ma per le decisioni che prende in campo: "Il rispetto verso di me deve derivare dal modo in cui tratto i giocatori e coloro con cui interagisco in campo e dalle mie prestazioni arbitrali. Non mi soffermo molto su quello che la gente pensa di me, ma so di avere la fama del direttore di gara intransigente".

Qualche anno fa, aveva provato a diminuire in parte la massa muscolare del proprio corpo, ma negli ultimi tempi si è presentato ancor più robusto di quanto già non fosse. Ovviamente, c'è chi lo accusa di assumere sostanze dopanti, ma Daronco ha spiegato che il suo fisico deriva soltanto dalla sua passione per lo sport: "Non ho mai voluto essere tanto prestante e non ho mai voluto intimidire un giocatore o un allenatore con la mia stazza. Ho letto tante sciocchezze su Internet, ma mio il segreto sono il riso, i fagioli, le grigliate e tanta determinazione".

È stato il primo arbitro brasiliano a interrompere una partita per cori omofobi

Il direttore di gara brasiliano si allena tutti i giorni e, nonostante la massa imponente, è in grado di correre 40 metri in meno di sei secondi. Sul campo, si definisce un arbitro moderno: "Le mie più grandi virtù sono la regolarità nelle prestazioni e il controllo disciplinare del gioco. La mia formazione è quotidiana. Sono favorevole a tutti i tipi di tecnologia che rendano le decisioni più eque e che non danneggino il lavoro di nessuno, anche al VAR. È un'assicurazione, non è uno strumento a favore dell'arbitro, ma del calcio in sé".

In patria, è stato molto apprezzato per quanto accaduto nell'agosto del 2019, quando ha interrotto il match tra il Vasco da Gama e il San Paolo per insulti omofobi da parte dei tifosi del Vasco. È stato il primo direttore di gara a fermare una gara in Brasile per cori omofobi, ma, in modo davvero umile, ci ha tenuto a spiegare che non si sia trattata di una sua decisione personale, bensì di aver seguito un orientamento da parte della classe arbitrale brasiliana, decisa a non permettere episodi di discriminazione. Anche in quel caso, Anderson Daronco si è dimostrato un arbitro senza paura, deciso a far rispettare le regole, senza incutere timore nei calciatori con i suoi spaventosi bicipiti.

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