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Buffon spiega l’invidia: “A 43 anni sul divano con una pancia così mentre lui fa la differenza”

Gigi Buffon è stato presentato ufficialmente dal Parma, dove è tornato a 20 anni esatti dal trasferimento alla Juventus nel 2001. Un finale di carriera all’insegna di motivazioni e autostima tuttora massimali, come dimostrano le parole con cui il 43enne portiere descrive un malcostume tutto italiano: “Si fa sempre la polemicuccia da due lire”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Gigi Buffon dunque riparte da Parma, dove tutto ebbe inizio 25 anni fa. La sua presentazione ufficiale al Tardini è stata l'occasione per riannodare i fili con la piazza gialloblù e mostrare l'orgoglio e le motivazioni che ancora animano il 43enne portiere di Carrara. Buffon è tornato in Emilia col sacro fuoco che tuttora arde dentro di lui: l'obiettivo è riportare subito in Serie A il club ducale, per poi inseguire il sogno di giocare il sesto Mondiale nel dicembre 2022.

Buffon non fa mistero della gigantesca autostima che tuttora lo fa andare avanti, lo dimostrano le parole pronunciate qualche giorno fa alla rivista ‘GQ' per denunciare un malcostume tutto italiano: quando l'invidia per gli altri non porta le persone a riconoscere i meriti altrui. Il punto di partenza del ragionamento è dato dal paragone con un altro ‘vecchietto' straordinario come Ibrahimovic: "A me Zlatan non sorprende, perché lo conosco da 20 anni e so perfettamente cosa pensa, qual è il suo approccio al lavoro e la sua determinazione. Io non sono sorpreso da determinati giocatori, tra i quali mi ci metto anch'io, che nonostante l'età riescono ancora a essere un valore aggiunto. Perché poi non è che andiamo in campo e sventoliamo la maglia, andiamo in campo e succede sempre qualcosa che non è usuale vedere. Questo significa che la nostra longevità è un valore per il tipo di professionalità o per il fisico che abbiamo, ma anche perché probabilmente abbiamo una testa diversa dalla media dei professionisti".

L'x capitano della Juventus va al punto del discorso senza usare giri di parole: "In Italia vedo che c'è la difficoltà nell'accettare che qualcuno abbia qualcosa di diverso dagli altri, in positivo. Parlando del mio caso, ma potrei dire lo stesso di Ibrahimovic, da quando ho 35-36 anni sento dire: ‘È vecchio, chi sarà il sostituto…'. Invece, anziché tutte queste chiacchiere, se uno dicesse che nella vita c'è chi riesce a fare meglio una cosa, che siamo di fronte a dei casi che sono delle eccezioni? Ogni tanto bisognerebbe riconoscere questa cosa senza per forza fare sempre la polemicuccia da due lire e aspettare che Buffon faccia qualche errore per dire che è vecchio o perché non ha smesso prima".

Buffon fa il confronto con l'opinione pubblica statunitense, altra cultura sportiva: "L'altro giorno parlavo con una persona che lavora negli Stati Uniti che mi diceva: ‘Tu hai 43 anni, pensa che noi abbiamo Tom Brady che quest'anno ha fatto qualcosa di incredibile, se tu fossi americano non ha idea di cosa succederebbe qui e di come ne parlerebbero'. Invece noi siamo poco propensi a riconoscere il merito di qualcun altro, abbiamo sempre qualcosa che ci dà fastidio, perché lui sì e io no, perché a 43 anni io sono sul divano con una pancia così e lui è là a fare la differenza. Questa cosa non viene accettata, e la trovo molto limitante".

Il portiere campione del mondo nel 2006 manda un messaggio ai giovani che vogliano trasformare i propri sogni in una carriera come quella di Buffon: "Io ho cambiato il mio modo di pensare nel momento in cui ho capito di essere stato un fortunato, perché la vita mi aveva dato delle doti fisiche particolari, e quindi dovevo restituirle quella fortuna che mi aveva dato attraverso una professionalità totale e la determinazione di non perdere tempo e di non avere rimpianti. Andare fino in fondo e farlo seriamente perché lo si può fare. Credo sia il motivo principale per arrivare dove sono arrivato". I tifosi del Parma non devono avere dubbi: il Buffon che torna dopo 20 anni ha una durezza mentale intatta.

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