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Buffon e la Serie B con la Juve: “Il massimo della coglionaggine”

Gigi Buffon e la Juventus, un amore senza limiti che conobbe il suo punto più alto nell’estate del 2006, quando il portiere campione del mondo scelse di restare in bianconero a dispetto della retrocessione in Serie B in seguito allo scandalo di Calciopoli: “È bello sentirsi coglione quando credi in qualcosa”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Gigi Buffon sfoglia la margherita in attesa di decidere se appendere i guantoni al chiodo oppure – come sembra altamente probabile e giura chi gli è vicino – continuare a giocare. Il portierone di Carrara a 43 anni e mezzo si sente ancora competitivo e la sua convinzione è rafforzata dalle prestazioni sciorinate con la Juventus quando Pirlo lo ha chiamato in causa quest'anno, ultime in ordine di tempo – ma non di importanza – il successo in casa del Sassuolo in campionato e la finale di Coppa Italia vinta sull'Atalanta.

Buffon lascerà dunque per la seconda volta la maglia della sua vita, una maglia che scelse di continuare a sposare anche quando nel 2006 – in conseguenza dello scandalo di Calciopoli – la Juventus retrocesse in Serie B: "Come nel 90 per cento delle cose che ho fatto, non c'è mai un calcolo, c'è sempre una risposta che proviene dalla pancia e che dà un senso a quello che sto per fare – spiega a ‘GQ' – Penso di non aver avuto neanche un minuto di esitazione. Nel momento in cui la Juve è andata in Serie B e mi sono trovato a parlare con i dirigenti e mi dissero: ‘Guarda Gigi, ci sono queste opportunità', la mia risposta, che credo li spiazzò, fu: ‘Ma l'idea di restare non c'è? diventa complicato?', e mi ricordo che loro rimasero veramente sorpresi e risposero: ‘No, no, cavolo, se ci dici che vuoi restare ci fai un grande piacere' e allora sono restato".

Buffon gonfia il petto quando racconta la scelta di ‘retrocedere' anch'egli in Serie B quando aveva 28 anni ed era al top della carriera: "Alla fine sono sempre stato attratto fin da piccolo dalle imprese eroiche, l'epica e i miti greci, e capisci che i trofei o i riconoscimenti personali sono importanti, però riuscire a coniugare i successi e la stima dando dei segnali veri lo è altrettanto. Scelte che avrei potuto pagare in prima persona, perché io in quel momento avevo 28 anni, ero all'apice della mia carriera e ho deciso per dei valori in cui credo e per i quali mi va di battermi, di uscire dal radar europeo per due o tre anni. E non so in quanti lo avrebbero fatto. E poi c'è un'altra cosa, che non tutti sanno: in quella stagione lì, per dare un'ulteriore mano alla società mi sono tolto anche 500mila euro di stipendio. Per me è il segnale la cosa importante: non è che io rimango in Serie B e voglio anche più soldi. No, io rimango in Serie B e mi tolgo dei soldi, il massimo della coglionaggine, ma è bello sentirsi coglione quando credi in qualcosa, e lo fai con la convinzione che è la cosa giusta".

In attesa di ufficializzare la sua prossima squadra, col Parma unica opzione in Italia e parecchi club stranieri che gli fanno la corte – nelle ultime ore si è parlato del Barcellona – Buffon lascia ai microfoni di JTV una dichiarazione d'amore senza limiti per i colori bianconeri: "Io di base non ero juventino, ma ho scelto di essere juventino. Lo sono diventato: è il regalo più bello di tutti questi anni. Ma ora ho 43 anni e certi capitoli prima o poi bisogna chiuderli. Sono tranquillo e convinto". Con una speranziella nel cuore: i Mondiali del 2022 in Qatar, per restare scolpito nella storia del calcio.

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