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Boateng al Monza, la 13ª squadra della carriera: “Allo Schalke un incubo”

Kevin Prince Boateng giocherà di nuovo in Italia: ha accettato la proposta del Monza di Berlusconi e Gallini. Il ‘boa’ riparte dalla Serie B, dietro le ragioni della scelta c’è anche una questione speciale: il legame con l’ambiente rossonero. “Il Milan è la squadra che ricordo con più affetto. Il clima che si era creato lì in quei tre anni era bellissimo”.
A cura di Maurizio De Santis
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Il Milan è la squadra che ricorda di più ecco perché, quando dal passato è arrivata l'eco di una vocina che gli proponeva l'offerta, non ha saputo né voluto resistere al richiamo del cuore. A Monza, Kevin Prince Boateng, ritroverà la spina dorsale della storia rossonera: il presidente, Silvio Berlusconi, e il suo più stretto collaboratore, Adriano Galliani, lo hanno convinto nella notte scorsa ad accettare il trasferimento in Brianza. Non è un passo indietro per la carriera. Sulla carta può sembrarlo, perché la categoria non è la A. I progetti della società, però, sono tali da lasciar presumere una stagione da protagonisti.

Il "boa" ripartirà dalla Serie B, lo farà dopo aver lasciato alle spalle un'esperienza in chiaroscuro vissuta in Turchia (al Besiktas). È lui l'uomo guida, il calciatore che il club ha scelto per mentalità, tecnica, capacità di interpretare più ruoli, essere letale come attaccante e decisivo nel cuore della mediana. Trequartista o centrale, incursore oppure giocatore dell'ultimo passaggio: lì, nel mezzo, quando infuria la partita può calarsi alla perfezione nel ruolo di lotta e di governo.

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Tredici maglie, di cui cinque (compreso il passaggio in biancorosso) negli ultimi due anni: Sassuolo, Barcellona, Fiorentina, Besiktas e adesso Monza. Nella valigia dell'attore di Boateng c'è di tutto, a cominciare dai ricordi e da quella nostaglia che ogni tanto lo scuote fin dentro l'anima quando (ri)pensa ai migliori anni della sua vita trascorsi a Milano e a quelli peggiori. Anzi, se fosse possibile, ne cancellerebbe un pezzo dalla sequenza videoclip che gli porta davanti agli occhi anche l'avventura più brutta.

Una in particolare, allo Schalke 04. "È stato il periodo più difficile, ho pensato anche di smettere anche se avevo ancora 28, 29 anni ed era presto", raccontò qualche anno fa quando vestì di nuovo la maglia del Milan. Quando ne parla, confessa di essere rimasto legato al club. "È la squadra che ricordo con più affetto – spiegò a Sky Sport -. Il clima che si era creato lì in quei tre anni era bellissimo". 

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