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Atleta italiano squalificato 36 anni per doping, tornerà nel 2058: ha combinato di tutto

Il runner italiano Alessandro Braconi, specialista della maratona, ha subito una serie di sanzioni, per diversi reati, e per questo ha ricevuto una squalifica di 36 anni.
A cura di Alessio Morra
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Il doping è una piaga dello sport e da sempre fa parte di ogni sport. La storia è piena di squalifiche più o meno pesanti, ma ce n'è una che pare letteralmente insuperabile. Perché il runner italiano Alessandro Braconi è stato sanzionato in modo pesantissimo e non potrà correre gare ufficiali fino al 2058.

Braconi di professione fa il massaggiatore e ha una grande passione per l'atletica. Ama correre ed è un runner. Fino al 2020 è stato tesserato per l'Avis Marathon Verbania e ha un personale nella mezza maratona di 1h19′. Non male. Purtroppo è diventato noto per aver subito una serie di sanzioni pesantissime, sanzioni che accumulate gli hanno portato la bellezza di 36 anni di squalifica. Braconi di anni ne ha 36 e per altrettanti non potrà correre gare da professionista e potrà tornare ufficialmente solo nel 2058, quando di primavere ne avrà 72.

Ma perché questo runner ha subito una sanzione così pesante? E perché non ha ricevuto una squalifica a vita? L'atleta aveva patteggiato, un paio d'anni fa, una pena di 10 anni e 20 giorni per il coinvolgimento in un traffico di ormoni e steroidi anabolizzanti sgominato dalla procura di Verbania. Ognuno di questi reati prevede 4 anni di squalifica. Il totale è di dodici anni. Sanzione che gli imponeva lo stop fino al 2034. Ma la sanzione è stata raddoppiata perché Braconi durante questa squalifica ha preso parte a una gara, lo scorso maggio, e quindi la sospensione è passata da dodici a ventiquattro anni, quindi stop fino al 2036.

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Lo scorso marzo infine è stato sospeso per ‘uso o tentato uso di una sostanza o di un metodo proibito' e per ‘possesso di una sostanza o di un metodo proibito da parte di un atleta o di persona di supporto dell'atleta' e ‘per traffico illegale o tentato traffico illegale, da una parte di atleta o altra persona di sostanze o metodi proibiti'. Sono stati aggiunti così ulteriori dodici anni di squalifica, che hanno portato lo stop a 36 anni da scontare.

Questo il dispositivo della prima sentenza: "La Procura Nazionale Antidoping comunica che al sig. Alessandro Braconi (tesserato FIDAL) sono stati applicati 12 anni di squalifica (con decorrenza dalla cessazione della squalifica in atto) per la violazione dell’art. 11.14 del CSA, con decorrenza della sanzione dal 24/03/2034 e scadenza al 23/03/2046. Ai due volte 12 anni si aggiungono ora ulteriori 12 anni di squalifica. Braconi ha gareggiato durante l’ultimo periodo di squalifica alla Lago Maggiore Half Marathon di Stresa, lo scorso maggio".

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L'Avis Verbania ha raccontato la propria visione dei fatti e ha radiato dalla società Braconi: "I fatti d'imputazione risalgono al 2016, noi nel 2017 abbiamo tesserato il soggetto in causa riportato dal giornale, nella primavera del 2020 veniamo a sapere da testate giornalistiche che lo stesso ha patteggiato una condanna per detenzione e spaccio di sostanze proibite. Per tutelarci inviamo lettere agli enti competenti sia Nazionali che regionali per avere lumi su come comportarci come società nei riguardi del tesserato, dopo diversi mesi ci risponde la FIDAL Piemonte assicurandoci che abbiamo agito correttamente ma è opportuno aspettare i tempi della giustizia sportiva. Noi come società decidiamo di radiare l'atleta e non permettergli il rinnovo del tesseramento perché il suo agire è in contrasto con l'etica del nostro statuto.

L'atleta per l'anno 2021 e 2022 si tessera direttamente con la RUNCARD Fidal, cosa che gli permette di partecipare a diverse competizioni. Noi come società protestiamo in FIDAL per un modus di agire della federazione per noi errato (una società privata lo radia e loro lo tesserano…..) ma non  abbiamo riscontri. Le nostre e altre lamentele finalmente hanno sortita quando nella primavera del 2022 arriva la squalifica ufficiale. L'atleta prende comunque parte ad altre competizioni sempre come RUNCARD FIDAL e dopo ulteriori segnalazioni la pena viene accentuata fino alla condanna finale. Questo per ribadire come Avis Marathon Verbania è completamente estranea ai fatti e si è comportata correttamente e diligentemente in quanto il doping è materia che ha sempre combattuto in prima fila. Allo stesso modo si è comportata FIDAL permettendo ad un atleta condannato di tesserarsi e partecipare a competizioni".

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