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Abusi sessuali su giocatrici: il Tas conferma la radiazione a vita per Keramuddin Karim

L’ex presidente della Federcalcio dell’Adghanistan, Keramuddin Karim, è stato definitivamente squalificato a vita per lo scandalo degli abusi sessuali e minacce alle calciatrici della Nazionale. Condannato dalla Fifa alla radiazione permanente, Karim si è rivolto al Tas che ha confermato la prima sentenza: “Un esempio perché chi subisca violenze e abusi trovi il coraggio di denunciare” ha commentato la Fifa.
A cura di Alessio Pediglieri
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La Fifa ha dato il proprio verdetto a poco meno da due anni dagli atti osceni che sconvolsero il calcio mondiale da parte di Keramuddin Karim, oggi ex presidente della Federcalcio dell'Afghanistan che, approfittando del proprio ruolo e potere, abusò sessualmente di diverse giocatrici del suo Paese. LA Fifa aveva già emesso una sentenza di massima, la squalifica a vita  che è stata confermata.  A ratificare il tutto è stato il Tas di Losanna che ha respinto il ricorso dell'ex presidente, confermando di fatto il sistema di abusi sessuali e di minacce a danno delle giocatrici della nazionale femminile.

Uno scandalo che aveva fatto subito il giro del mondo e davanti al quale la stessa Fifa aveva utilizzato il pugno di ferro: oggi, il massimo organismo internazionale di calcio si è detto soddisfatto dell'esito della questione dopo la conferma del Tas sottolineando la linea dura e la "tolleranza zero" verso certi comportamenti e ogni tipo di "abusi fisici, mentali e sessuali".  Karin, dunque, è stato radiato a vita e non potrà più fare alcun appello ad altri tribunali sportivi.

Questo attuale scenario è stato reso possibile dal coraggio delle calciatrici che avevano denunciato quanto stava accadendo, con la Fifa che ha voluto sottolineare oggi davanti alla sentenza di squalifica a vita di Karim, come questo esempio possa incoraggiare "altre vittime e superstiti di tali terribili circostanze a denunciare in futuro, sapendo di poter contare in ogni momento sul totale supporto della Fifa".

Cos'era accaduto due ani fa in Afghanistan

Tutto era nato durante un ritiro della squadra femminile nel momento in cui alcune calciatrici afghane residenti all'estero avevano notato atteggiamenti strani da parte degli accompagnatori uomini al seguito della squadra, compreso il presidente federale Keramuddin. I dirigenti insieme al viceallenatore, si chiudevano in camera con alcune ragazze senza capire il perché finché Khalida Popal, capitana esiliata in Danimarca, aveva rivelato alla Bbc che a suo tempo aveva denunciato un vero e proprio sistema di abusi, ricatti e stupri. Dichiarazioni per le quali aveva subito anche minacce di morte ma che spinsero altre calciatrici a uscire allo scoperto.

Le rivelazioni e il processo sportivo

Dopo queste rivelazioni, 9 giocatrici furono state messe fuori squadra con l'accusa di essere lesbiche, ma si erano rivolte alla Fifa continuando a spiegare cosa stava accadendo all'interno della Nazionale. Così, la Procura generale aveva avviato alcune proprie indagini, fino al processo sportivo, e la squalifica a vita confermata oggi dal Tas.

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