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Polonara non può avere contatti con l’esterno, la Virtus ha il permesso di fargli toccare il trofeo

La Virtus Bologna torna da Brescia dopo aver vinto lo Scudetto di basket e va in ospedale a fare visita ad Achille Polonara e fargli toccare il trofeo. Le condizioni del giocatore sono delicate, non può avere contatti con l’esterno: serve un permesso speciale.
A cura di Paolo Fiorenza
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Achille Polonara martedì sera non era presente fisicamente al PalaLeonessa di Brescia, ma era come se lo fosse, mentre seguiva in TV dalla sua stanza d'ospedale Gara 3 della finale del campionato di basket vinta dalla Virtus Bologna, che ha chiuso la serie 3-0 e si è portato a casa il 17simo Scudetto della sua storia. Achille era presente mentre tutti i suoi compagni prima dell'inizio della partita indossavano nel riscaldamento la sua maglia, era presente mentre capitan Belinelli e un mostruoso Toko Shengelia gli dedicavano la vittoria con parole meravigliose, era presente mentre i giocatori gli facevano una videochiamata appena tornati in spogliatoio, battendosi la mano sul cuore e urlandogli "È tutto tuo, Achi!".

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La terribile vicenda umana di Polonara ha colpito tutti, non solo a Bologna ma in tutta Italia: la notizia che il 33enne nazionale italiano – già reduce da un tumore a un testicolo – ha ricevuto una diagnosi di leucemia mieloide è stata una mazzata. Tutti si sono stretti intorno ad Achille, a iniziare dalla moglie Erika e dai due figli, che gli hanno fatto avere in ospedale una maglietta con le scritte "babbo" e papà" e le loro impronte colorate, mostrata in una storia su Instagram prima della finale. Vitoria e Achille Jr, nati rispettivamente nel 2020 e nel 2022, sono la luce degli occhi di Achi e gli fanno arrivare tutto il loro amore.

Achille Polonara con la maglia mandatagli dai figli in ospedale
Achille Polonara con la maglia mandatagli dai figli in ospedale

La Virtus torna a Bologna e va in ospedale a portare il trofeo a Polonara: serve un permesso speciale

Il Policlinico Sant'Orsola-Malpighi di Bologna, centro di riferimento non solo nazionale per la diagnosi e la cura delle malattie del sangue, è riconosciuto per l'eccellenza nella ricerca e nei trattamenti innovativi: è lì che Polonara ha già iniziato il suo nuovo percorso contro la malattia ed è lì che i giocatori della Virtus gli hanno portato il trofeo del titolo vinto a Brescia, come gli aveva promesso Belinelli qualche ora prima nella videochiamata dallo spogliatoio.

I compagni di Achi, i suoi amici, i suoi fratelli, volevano che lo toccasse quel trofeo in cui c'era così tanto anche di lui. Hanno continuato a cantare cori per Polonara sul pullman che li riportava a Bologna, non vedendo l'ora di salire nella sua stanza d'ospedale.

Ma non era una cosa facile né scontata: le condizioni del cestista di Ancona sono delicate, non può avere contatti con l'esterno. È servito un permesso speciale – racconta la ‘Gazzetta dello Sport – affinché una delegazione della squadra potesse fare visita a Polonara in condizioni di sicurezza per consegnargli il trofeo. Già domenica, prima del ricovero, i compagni erano andati sotto casa per salutarlo.

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La videochiamata di Shengelia dal campo: "I love you Babu. This is for you"

Quel che resta del giorno è racchiuso nelle parole di Shengelia, ancora pieno di adrenalina sul campo di Brescia dopo aver messo a tabellino una prova stellare destinata a restare nella storia del basket italiano (46 di valutazione): "Achi, ti amiamo fratello, ti amo. Ti auguro il meglio, Dio ti benedica. Questo è per te". In quel momento compare proprio Polonara in videochiamata e Toko si illumina, vorrebbe abbracciare quel telefonino: "Babu, I love you Babu. This is for you".

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