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Campriani, oro bis. L’Italia del Tiro conquista 7 medaglie a Rio

Nelle specialità del Tiro a segno e a volo gli azzurri trovano quelle grande soddisfazioni mancate nel nuoto e nella scherma. Da Campriani fino a all’impresa di Bacosi, Cainero e Rossetti il nostro si scopre un popolo di “poeti, navigatori, santi e… tiratori”
A cura di Jvan Sica
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Con la prova della carabina 3 posizioni uomini, le gare di Tiro a segno e a volo alle Olimpiadi di Rio de Janeiro 2016 sono terminate. Ed è un grande peccato, perché in tutte e due le discipline l'Italia ha vinto 4 ori e 3 argenti in un'edizione per noi davvero indimenticabile. Oggi c'era il campione olimpico in carica, Campriani, a tornare sotto i riflettori: lo ha fatto concedendo una prestazione straordinaria, emozionante, in bilico fino all'ultimo colpo che ha scandito la guerra di nervi; lo ha fatto in una gara che sa dominare grazie alla serie in piedi in cui è sempre il migliore di tutti, rimontando gli avversari che spesso precedentemente si avvantaggiano nelle serie in ginocchio e a terra.

E' stata una settimana pazzesca, dopo la vittoria nella carabina 10 metri ero preoccupato perché ho dormito in totale 10 ore in tre notti – ha ammesso Campriani a caldo ai cronisti Rai -. Dal punto di vista emotivo sono stato sulle montagne russe. Non ne avevo più, sono stato fortunato. L'oro è un regalo che voglio dedicare a tutti coloro che mi sono stati vicini in questi sedici anni. Faccio fatica a parlare di due ori. Ero sicuro che sarebbe stata l'ultima Olimpiade. Ora vediamo un po' che succederà.

Il pathos di una gara pazzesca

Questa volta Campriani ha vinto invertendo il trend, tirando benissimo nelle due serie a terra e in ginocchio e con alterni risultati nella sua specialità in piedi. All'ultimo colpo noi e, molto probabilmente anche lui, che ha sorriso nervosamente dopo il suo 9.2, eravamo convinti che fosse d'argento ma non è stato così, grazie a un ultimo tiro sbagliato da parte del russo Kamenski. Questo batticuore ci ha ricordato l'oro incredibile di Di Donna ad Atlanta 1996 quando vinse per un ultimo colpo completamente sballato del cinese Wang Yifu.

Niccoló Campriani ha dimostrato due cose ormai evidenti: prima di tutto è il miglior tiratore a segno del mondo. Non si vincono due Olimpiadi e tre ori, più un bronzo a Londra 2012, senza una capacità tecnica, una forza mentale e una competenza tecnologica riguardo al suo strumento di tiro davvero sensazionale. Gli avversari lo guardano già come un riferimento e così, si spera, sarà per tanti anni ancora, nonostante i pensieri di Campriani sulla difficoltà di reggere tensioni così profonde e forti per tanto tempo ancora.

La seconda evidenza è che Niccoló Campriani è il vero e forse unico (con Paltrinieri) fenomeno sportivo italiano. È uno di quegli atleti che entrano di diritto nell'Olimpo del nostro sport per restarci per sempre grazie al fatto che ha portato il suo sport in un'altra dimensione, migliorandolo e curandone ancora più i dettagli. Non tante nazioni hanno il loro fenomeno, la Jamaica ha Bolt ad esempio, la Francia Riner nel judo, la Gran Bretagna ha Bradley Wiggins e gli Usa insieme a Phelps anche Simon Biles nella ginnastica artistica. Noi abbiamo Niccoló Campriani nato per tirare e per reggere pressioni incomprensibili per chi non pratica uno sport psicologicamente così difficile e faticoso da sopportare.

Il successo della squadra di Tiro a Rio 2016

Con lui in testa, il tiro a segno, grazie alle finali di Petra Zublasing, a cui il bronzo è sfuggito per un niente, Giuseppe Giordano e Riccardo Mazzetti nella pistola e Marco de Nicolo nella carabina a terra, lascia Rio come uno degli sport capofila del panorama olimpico italiano, insidiato solo da un'altra disciplina, il tiro al volo che ha portato l'oro di Diana Bacosi e Gabriele Rossetti nello Skeet, gli argenti di Pellielo e Innocenti nel Trap e di Chiara Cainero nello skeet dopo la finale tutta azzurra. Un bottino straordinario che ci fa ricchi in un medagliere prospetticamente molto migliore di quattro anni fa. Molto semplice finire con il detto: "Italiani, popolo di navigatori, santi e tiratori". Sarà anche scontata come definizione ma da oggi in poi è quello che siamo agli occhi di tutto il mondo a cinque cerchi.

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