Tentano truffa alla conduttrice in diretta tv, sul telefono il messaggio: “Mamma, ho perso il cellulare”

In onda in diretta su Telecinco durante il programma El programa de AR, la conduttrice e giornalista tv Ana Rosa Quintana ha subito – e immediatamente disinnescato – un tentativo di truffa. La donna ha interrotto una rubrica dopo essersi resa conto dell’arrivo di un messaggio sul suo cellulare. Il testo, ormai famigerato, recitava “Ciao, mamma. Il mio telefono è rotto. Questo è il mio nuovo numero”. Ormai noto, il messaggio rappresenta un primo tentativo di contatto tra il truffatore e la potenziale vittima, messaggio che prova a convincere il ricevente del fatto che dall’altra parte del telefono ci sia realmente il proprio figlio. Dopo avere agganciato il malcapitato, arriva fulminea la richiesta di denaro.
“Il truffatore più sfortunato del mondo”
Ma all’aspirante truffatore riuscito a risalire al numero di telefono della giornalista è andata decisamente male. La donna si è immediatamente resa conto del tentativo di truffa e ha interrotto la trasmissione per raccontare agli spettatori quanto stava accadendo con lo scopo di metterli in guardia. “Chiaramente stanno cercando di truffarmi”, ha spiegato la donna, “In realtà, i miei figli non mi avrebbero mai scritto un messaggio di questo tipo. Non scriverebbero ‘il mio telefono è rotto’ ma direttamente ‘mandami in Bizum (fornitore di servizi di pagamento utilizzato dal sistema bancario spagnolo, ndr)”.
Divertita ma determinata a rendere la vita difficile agli aspiranti truffatori, la giornalista ha proseguito: “Non mi sono preoccupata nemmeno per un istante ma lo racconto in diretta perché, in questo momento, ci sono persone che stanno ricevendo lo stesso tipo di messaggio e voglio metterle in guardia”. Il collega Dani Montero, presente in studio, ha quindi commentato: “È decisamente il truffatore più sfortunato del mondo”. “Lo scopo è fare in modo che tutti sappiano che può accadere a chiunque”, ha concluso la giornalista, sfruttando al volo l’opportunità di fare “servizio pubblico”.