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Sequestrato il libro di Striscia la notizia su Claudio Baglioni, Ricci: “Non lo abbiamo offeso”

Claudio Baglioni ha ottenuto il sequestro di “Tutti poeti con Claudio”, libro scaricabile dal sito di Striscia la notizia. Secondo il gip “è diffamazione accusare l’artista di plagio”. Indagati Antonio Ricci, Iacchetti, Greggio e il mago Casanova.
A cura di Stefania Rocco
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Disposto il sequestro del libro “Tutti poeti con Claudio. Dispensa essenziale per il poeta moderno”. Il Gip di Monza Gianluca Tenchio ha disposto che il volume non fosse più scaricabile dal sito di Striscia la notizia dopo che il cantautore ha querelato per diffamazione la trasmissione. Sono stati gli avvocati del cantautore, Gabriele Minniti e Andrea Pietrolucci, a richiedere che l’ebook non fosse più scaricabile. Secondo quanto riporta il Corriere della sera, nell’inchiesta risultano indagati Antonio Ricci, Enzo Iacchetti, Ezio Greggio e Antonio Montanari, alias il Mago Casanova. Sono accusati di avere descritto il cantante “con termini tali da farlo passare come un disonesto, che copia senza neppure dirlo”.

Perché il libro su Claudio Baglioni è stato sequestrato

Nell’ordinanza firmata il 9 maggio, il gip Tenchio afferma che il libro accusa Baglioni di avere copiato “testi di poesie altrui” o “comunque di essersi ispirato”. Il sequestro del libro è stato disposto per evitare “che il reato sia reiterato”. In alcuni casi, secondo il gip, non si può “nemmeno parlare propriamente di plagio” perché i testi delle opere che nel libro sono messi a confronto con i testi delle canzoni di Baglioni appartengono ad autori come Oscar Wilde, Scott Fitzgerald, Garcia Lorca o Cesare Pavese, morti da più di 70 anni, periodo trascorso il quale decadono i diritti d’autore.

Secondo il gip, non ci si può appellare al diritto di satira che “presuppone che il fatto su cui si satireggia sia vero. Non può dirsi che Claudio Baglioni sia un ‘plagiaro’ (perlomeno, non per tutte le citazioni addebitategli), né che egli occulta sistematicamente e fraudolentemente i presunti plagi al pubblico, in parte perché non sempre può dirsi che abbia davvero copiato gli altri, in parte perché ha comunque ammesso talvolta di citare le opere altrui”. Contestato inoltre l’accostamento a Lurch, personaggio della Famiglia Addams, in quanto conterrebbe una “evidente allusione sarcastica alla circostanza che il cantante si sarebbe rifatto il volto grazie alla chirurgia estetica”, circostanza che rappresenterebbe “un attacco gratuito alla persona, dato il contesto complessivamente diffamatorio”. Il gip sostiene inoltre che il libro sia riconducibile ad Antonio Ricci, patron della trasmissione che “nel corso degli anni ha dimostrato, in varie interviste, di avere un’autentica avversione verso Claudio Baglioni”.

La difesa: “Tutto si può toccare, tranne il divino Baglioni?”

Ma l’autore di Striscia si difende e al Corriere dichiara: “Noi non abbiamo offeso nessuno. Abbiamo raccolto e verificato le segnalazioni di spettatori e fan pentiti. I giudici stabiliranno se siamo nei limiti della satira. Per me si tratta di una manovra intimidatoria di Baglioni nei confronti di una libera trasmissione. È una questione di libertà. Tutto si può toccare, tranne il divino Baglioni? E no! La satira è essenziale nel viver civile. Tutto quello che c’è nel libro è vero. E poi non lo abbiamo accusato di plagio, ma più elegantemente di amnesia verso le fonti. Scrive nel 1957 Lec (scrittore polacco, ndr) ‘…ci sono zebre che starebbero anche in gabbia pur di passare per dei cavalli bianchi…'. Canta nel 1999 Baglioni ‘…viviamo come zebre e poi, rinchiusi dietro gli steccati, illusi di sembrare dei cavalli bianchi…'. Ma è evidente che non si tratta di un plagio. Baglioni le sue zebre le chiude dentro uno steccato, mica in una gabbia come quel banale di Lec”.

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