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Rai, spunta la promozione di “natalità e genitorialità” nel nuovo contratto di servizio

Spunta il segno “sovranista” nel contratto di servizio Rai del prossimo triennio. Le parole natalità e genitorialità precedono parità di genere e pari opportunità nel nuovo documento che dovrebbe essere sottoscritto tra Ministero dello sviluppo economico e Rai.
A cura di Andrea Parrella
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Natalità e genitorialità nel nuovo contratto di servizio Rai. Il documento stipulato tra Ministero dello sviluppo economico e Rai per il prossimo triennio conterrà due parole cardine della filosofia del governo guidato da Giorgia Meloni. Il dettaglio è emerso da una bozza del documento sottoposto alla consultazione del Cda Rai riunitosi nella giornata del 26 giugno, che ha inoltre approvato i palinsesti per il prossimo autunno-inverno, che verranno presentati il 7 luglio a Napoli.

A sollevare la questione è stato il consigliere d'amministrazione Riccardo Laganà, che analizzando la bozza di documento ha evidenziato la presenza delle parole "natalità e genitorialità" prima della "parità di genere e delle pari opportunità", come conferma anche Repubblica. Il governo, dunque, intende lasciare in modo inequivocabile il segno sovranista sulla nuova Rai, influenzando anche il documento che detterà le linee guida del prossimo triennio del servizio pubblico e, inevitabilmente la programmazione delle reti.

Si tratta, come specificato di un documento che non ha ancora una forma definitiva, ma che rientra certamente tra le priorità del servizio pubblico in questa fase. L'iter prevede che questa bozza di documento venga eventualmente approvata nel prossimo Cda, per poi essere presentata alla vigilanza e infine discussa tra le parti prima di diventare un documento definitivo da approvare ancora in consiglio di amministrazione.

Ufficialmente il contratto nazionale di servizio tra il Ministero dello sviluppo economico e la Rai-Radiotelevisione italiana S.p.A., è un contratto stipulato tra il Ministero dello sviluppo economico e la Rai, che disciplina ogni tre anni la concessione del servizio pubblico radiotelevisivo, televisivo e multimediale in Italia. Si tratta di un documento di disciplina del servizio pubblico radiotelevisivo.

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