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Massimo Giletti: “I no vax non li censuro, si fanno cattiva pubblicità da soli”

Massimo Giletti parla del perché nel suo talk show, “Non è l’Arena”, sono invitati anche i no-vax. Il giornalista ha dichiarato: “Censurare chi la pensa diversamente non è una cosa che mi appartiene”.
A cura di Ilaria Costabile
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Massimo Giletti, conduttore di Non è l'Arena su La7, tra i talk show più seguiti della tv odierna, intervistato dal Corriere della Sera ha spiegato il motivo per cui nel suo programma non ha mai pensato di eliminare del tutto la presenza dei no-vax, come alcuni suoi colleghi di rete avrebbero suggerito. Il giornalista ha sottolineato come sia importante dar voce anche a chi ha un pensiero diverso, affinché di conoscano le ragioni che si risiedono dietro quella forma mentis, constatando che, nel caso dei negazionisti, in più occasioni vengono prontamente smentiti in diretta televisiva.

Le ragioni di Massimo Giletti

Nell'intervista al Corriere della Sera, viene chiesto al giornalista perché continuare ad invitare esponenti della teoria negazionista nei suoi programmi, favorendo anche una certa disinformazione, come gli avrebbe fatto notare anche il direttore del telegiornale di La7, ovvero Enrico Mentana: "Ha ragione, ma lui si riferisce al suo mondo, ai tg. Il suo radicalismo non può essere applicato a chi fa programmi tv". A queste considerazioni, poi, Giletti aggiunge: "I talk sono fatti di contrapposizione e dialettica, io non amo chi criminalizza il dissenso. Censurare chi la pensa in modo diverso è qualcosa che non mi appartiene. È giusto porsi la domanda, ma è altrettanto vero che quando porti un no vax in tv e senti che spiegazioni dà in automatico si fa male da solo e non fa una bella pubblicità ai negazionisti". 

L'informazione in Italia

Da qui, quindi, nasce anche una riflessione sullo stato dell'informazione in Italia. In un periodo come quello della pandemia, in cui gli interventi degli esperti si sono spesse volte anche accavallati e sovrastati tra loro, Giletti ritiene che sia ancor più necessario porsi domande:

Ma do ragione a Santoro, mi sembra ci sia un generale appiattimento e una forte omologazione. E non è un bene. Dobbiamo farci domande, ottenere risposte; bisogna avere coraggio e anima critica. Quanti cani da guardia siamo rimasti? Se mettiamo insieme quello che hanno detto esperti e virologi negli ultimi due anni troviamo moltissime castronerie; è evidente che c’è stato un problema di informazione. Io credo che anche in un periodo di crisi sanitaria ascoltare chi la vede in modo diverso rimanga fondamentale.

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