"Questa sera faremo una grandissima festa. Canteremo, balleremo, giocheremo e avremo grandi ospiti. Anche voi a casa dovete partecipare a questo grande divertimento perché tutte le parole delle canzoni saranno in sovraimpressione". Cominciava così con le parole di Alessandro Greco la prima puntata di Furore, in onda su Rai2 il 16 maggio 1997 dallo studio 15 di Cinecittà. Il format, adattato per l'Italia dal francese La Fureur su idea di Raffaella Carrà e Sergio Japino, compie 27 anni. Il contesto era quello di una televisione orfana di uno spazio musicale di prima serata. Un vuoto che si riuscì a colmare grazie alla stessa squadra di autori che aveva lavorato a Carramba che sorpresa e alla direzione di rete di Carlo Freccero, che presentò lo show come un esempio di televisione "neuro-romantica, eccitante, gioiosa, energetica e anti-depressiva".
Il format lancia il volto di Alessandro Greco (21.74% di share nella prima puntata) nell'olimpo dei conduttori e cambia completamente l'approccio tra la tv e il gioco musicale, aprendo di fatto la strada a una concorrenza sempre più serrata (Sarabanda arriverà, non a caso, a partire dalla stagione televisiva seguente). Nella prima iconica puntata vi parteciparono Antonella Elia, Martina Colombari, Elenoire Casalegno, Sabrina Salerno e Raffaella Carrà per la squadra delle donne; Carlo Conti, Fabrizio Frizzi, Marino Bartoletti, Luca Laurenti, Giorgio Panariello e Teo Teocoli per la squadra degli uomini. Diventò in breve non un semplice gioco-show, ma un vero e proprio evento: l'atmosfera da discoteca, complice il pubblico parte integrante del format, e le squadre composte da celebrità ha aiutato a saldare il legame praticamente immediato con gli spettatori. La sigla, "Furore Furore", cantata dallo stesso Alessandro Greco e coreografata su passi semplici, come si usava fare nei villaggi turistici (probabilmente alla loro massima popolarità nella scelta delle vacanze degli italiani in quegli anni), rappresentò un ulteriore elemento catalizzatore.
Il successo del programma fu tale che, nel corso delle cinque stagioni, furono trasmessi anche gli speciali "SuperFurore" dai palazzetti dello sport di Napoli e Sestriere. Con la fine della quinta stagione, il format restò fermò fino a un timido rilancio nella stagione 2003/2004 con Daniele Bossari alla conduzione. Nel 2017, in occasione del ventennale, Alessandro Greco è tornato al timone dello show per un'edizione che ha celebrato la sua storia e il suo impatto nella cultura pop del nostro Paese. Furore resta ancora oggi vivo nei ricordi di quanti lo hanno vissuto e rappresenta un'epoca di tv italiana sicuramente ‘anti-depressiva', in uno scenario dove i diversi mezzi d'espressione erano giocoforza divisi in comparti stagno: la televisione, sembra banale dirlo così, sapeva fare benissimo la televisione. Furore era forse uno dei suoi picchi.