780 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Gerry Scotti: “Ricevo una pensione parlamentare da 1.016 euro, chiederò a Meloni di rinunciarvi”

Gerry Scotti conferma l’intenzione – già manifestata in passato – di rinunciare alla sua pensione da parlamentare da oltre 1000 euro al mese. “Lo avevo già chiesto a Berlusconi, Renzi e Conte ma senza successo”, confida il noto presentatore tv.
A cura di Stefania Rocco
780 CONDIVISIONI
Immagine

Gerry Scotti ribadisce l’intenzione di rinunciare alla sua pensione da parlamentare da oltre 1000 euro al mese. Il noto conduttore televisivo aveva già manifestato in passato il desiderio di rinunciarvi, desiderio cui erano seguite diverse richieste formali. Intervenuto a Un giorno da pecora, in onda su Rai Radio1, il conduttore conferma quanto aveva già dichiarato in passato: “Sono diversi anni che cerco di rinunciare alla mia pensione da parlamentare di 1.016 euro, ho parlato con tre premier, a destra, al centro, a sinistra, ne parlerò anche con la Meloni. Nel frattempo ho seguito il consiglio di chi mi ha detto di ritirarli e dare 10mila euro l'anno in beneficenza”.

Gerry Scotti fu eletto deputato nel 1987

La pensione parlamentare di Gerry Scotti è stata maturata a seguito di un incarico che risale al 1987, anno in cui il conduttore fu eletto deputato nelle fila del Psi, all’epoca guidato da Bettino Craxi. “Ho vissuto male quell’esperienza”, avrebbe dichiarato Scotti al Corriere della Sera anni dopo, “Se nella mia carriera sento di aver ricevuto molto perché ho dato molto, nella mia esperienza politica ho ricevuto poco perché ho dato poco”. Già all’epoca aveva palesato il desiderio di rinunciare a quei soldi:

Mi restano i famosi mille euro di pensione a cui voglio rinunciare: l’ho già detto a tre presidenti del consiglio e lo dirò anche a Giorgia Meloni. Mi suggeriscono di darli in beneficenza: c’ero arrivato. Ma vorrei non essere costretto a ritirarli. Da quando ne parlo sa quanti altri ex onorevoli mi hanno scritto per unirsi a questa idea? Zero.

Il vitalizio di Gerry Scotti in beneficenza alle famiglie dei caduti sul lavoro

Risale al 2014 la prima richiesta formale di Scotti di rinunciare al suo vitalizio. Quando gli fu risposto che non avrebbe potuto sospendere quei pagamenti, Scotti decise di dare quel denaro costretto a incassare ogni mese in beneficenza “alle famiglie dei caduti nell'adempimento del proprio lavoro, tutti coloro che hanno avuto un papà, un fratello, un figlio che facendo il proprio lavoro ci ha lasciato le penne”. Già all’epoca, però, il conduttore si era auspicato la creazione di uno strumento che consentisse a chi intendesse rinunciare alla pensione parlamentare di farlo solo con una firma:

Io vorrei che si desse uno strumento a tutte le persone che hanno avuto a che fare con incarichi di Stato, per la Repubblica, e che vogliano rinunciare alla propria indennità nel momento in cui spetterà loro, semplicemente attraverso una firma. Io spero che da qui a là – nel mio caso 8 anni – me ne diano lo strumento. Sai, Renzi mi ha detto "Ce ne occuperemo", ma nel frattempo ha visto il papa, ha visto Obama, gente un po' più importante di me.

780 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views