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Simona Ventura: “La Rai torni ai reality, non sono indegni. Fazio? Un amico e una colonna della Tv”

Simona Ventura si racconta in un’intervista a Fanpage.it. Da Citofonare Rai2 e Ballando con le Stelle sulla Rai a Che Tempo Che Fa sul NOVE. Riavvolgendo il nastro di una carriera gloriosa torna alla prima era d’oro dei reality: “La Rai sbagliò a rinunciarvi. Sono un ottimo mezzo e conta chi tiene il volante”. Sul suo Sanremo: “Fu molto innovativo. Tornare nel 2024? Amadeus ha altro a cui pensare”. E poi oggi: “Prendo in considerazione ogni proposta mi diverta, non ho altro da chiedere alla Tv”.
A cura di Andrea Parrella
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Simona Ventura è sinonimo di televisione. Dall'intrattenimento puro allo show comico, Sanremo e Miss Italia, i reality, i talent, lo sport, programmi della domenica,  presentatrice, ospite, concorrente. Non c'è ambito del piccolo schermo che lei non abbia toccato con mano almeno una volta, spesso rischiando, talvolta facendo scelte discutibili per chi l'avrebbe voluta sempre "al top", mentre lei guardava al nuovo. Ci facciamo raccontare questo percorso instancabile in un'intervista, incastrata tra i suoi mille impegni: da Citofonare Rai2 alle prove per Ballando con le Stelle, fino a Che Tempo Che Fa, dove tonerà anche quest'anno nonostante il passaggio del programma di Fazio sul NOVE.

Simona, che momento di carriera è per lei?

Un periodo molto bello, ma soprattutto un periodo in cui ho voglia di fare molte cose. Sono troppe? Onestamente non so, in questo momento ho l'energia di farle tutte. Qualcuno dirà che sono bulimica e forse è vero: me ne sono fatta una ragione.

Ballando con le Stelle è l'ennesima prova di una carriera multiforme, Citofonare Rai 2 si può considerare una zona di comfort?

Comfort direi di no. È una novità che abbiamo creato io e Paola Perego che sta crescendo in una parte del palinsesto che era morta. Noi con umiltà ed entusiasmo abbiamo preso questa fascia, portandola a livelli che non pensavamo di poter raggiungere due anni fa. Credo sia diventato un piccolo gioiellino di Rai2. Lo facciamo divertendoci, con leggerezza e questo dà i suoi frutti.

A Ballando con le Stelle ci sarà in gara anche il suo compagno, Giovanni Terzi. Con che spirito la vivete?

Lo spirito è bello. Ho detto di sì al "generale Milly", questa cosa mi era stata già proposta per Il Cantante Mascherato e a lei era venuta in mente questa idea della presenza di Giovanni. Credo sia la prima volta per la Tv italiana, se non in assoluto, che una coppia partecipi al programma separatamente.

Simona Ventura e il compagno Giovanni Terzi
Simona Ventura e il compagno Giovanni Terzi

Un pizzico di competizione tra voi due c'è?

Intanto a casa non parliamo di Ballando con le Stelle, abbiamo altre questioni alle quali pensare come i documentari ai quali stiamo lavorando. Diciamo che non ne parliamo anche perché ci aspettiamo qualche sorpresa.

Molte sue esperienze in Tv sembrano all'insegna del rischio e soprattutto del non volersi prendere sul serio.

Questo è sicuro. Nel mondo di oggi l'ironia si è un po' smarrita, mi rendo conto sia difficile tirare fuori l'ironia su se stessi. Per me è il motore della vita, al di là dell'amore che ho per i figli e per il mio compagno, penso che l'ironia mi abbia salvata tante volte. Prendersi sul serio è un problema, ti ammali se qualcosa ti rode dentro.

Questo atteggiamento ha pagato anche dal punto di vista professionale, o in quel caso si è rivelato uno svantaggio?

È stata fondamentale, mi ha scaricato da tante responsabilità, ho sempre buttato il cuore oltre l'ostacolo cercando di non percepire troppi carichi. È un lavoro che mi appassiona e che mai avrei pensato di poter fare in questo modo. Forse lo sognavo e basta.

La sua carriera si può dividere in due grandi capitoli: prima una scalata vincente verso la vetta, poi una sorta di rivincita. Al di là delle narrazioni si può dire che semplicemente lei non riesce a stare lontana dal video?

In realtà io per molti anni sono stata lontana dal video in senso generalista, anni in cui la gente mi incontrava per strada chiedendomi che fine avessi fatto. Semplicemente lavoravo su altre piattaforme, sono passata a Sky per due anni bellissimi, ad Agon Channel in Albania per un anno strepitoso, sono tornata a Mediaset. In me c'è sempre stata la curiosità di fare cose nuove.

Non ha mai rifatto la stessa cosa.

Vero, non sono mai tornata indietro, è valso nella vita privata come nel lavoro. Probabilmente, se decidessi di tornare a fare qualcosa, sarebbe per farla in modo molto diverso.

Nei suoi anni d'oro la Tv cambiava con il boom dei reality, negli ultimi anni si è confrontata con un'altra esplosione: i social.

Nel 2009 ho creato una delle prime web Tv e ricordo che nel chiedere i soldi per finanziarla mi trovavo davanti a persone che mi chiedevano dove stessimo andando. Fu un'idea lungimirante se consideriamo che oggi consente una via d'espressione per chiunque abbia un talento ha gli strumenti per comunicarlo.

Dopo un grande scetticismo verso i social, la Tv ha iniziato a cercarli pesantemente.

È vero, oggi è così. Anche se solitamente chi ha grande riscontro sui social, difficilmente riesce ad avere successo in Tv, mentre chi fa televisione può stare sui social con grande successo.

Però sono due mondi che si cercano, domenica scorsa a Citofonare Rai2 avevate Angela (Bela Fisica), uno dei fenomeni più noti di Tik Tok. 

Certo, in questo senso il web viene in aiuto, funziona prendere una persona che ha un seguito sui social per rompere un po' gli schemi in un contesto che non è molto incline a quel linguaggio. Se si pensa al bacino di nuovi talenti, non si può che andare ad attingere dai social. Resta un dato, chi è famoso sui social alla Tv generalista di solito non porta grandi ascolti.

Ventura e Paola Perego
Ventura e Paola Perego

A inizio anni Duemila rappresentava una sorta di luce in una Tv che si ricorda grigia, lo stesso reality passando attraverso lei acquisiva autorevolezza.

Gli anni 2000-2010 sono stati anni d'oro per la Tv e per i reality, dato che di base c'erano i soldi per fare i programmi. La Tv poi ha iniziato a mostrare la corda dal 2011 in poi, un po' per ragioni di sostenibilità economica e anche per la volontà della Rai, dal mio punto di vista sbagliata, di rinunciare ai reality. Penso che se un'azienda si trova sul mercato deve saper valorizzare i suoi prodotti.

Parla dell'Isola dei Famosi?

Non solo, c'erano molti programmi in quegli anni mai più riproposti. Penso ai talent e a X Factor all'inizio era un prodotto Rai, poi in un'estate è passato a Sky, che ha fatto una scelta azzeccata.

Pensa che la Rai non abbia difeso i suoi in quegli anni?

No, più che non difendere io mi riferisco al volerne fare letteralmente a meno. Si tratta di un genere che funziona ancora adesso e dipende come lo fai. È uno strumento molto importante che puoi livellare verso il basso o verso l'alto, dipende da chi tiene il volante.

E quindi crede che tenerli in Rai avrebbe permesso ai reality di rimanere più "alti"?

Beh non ce n'era bisogno, direi. L'Isola dei Famosi era già alto, al netto di come certi grandi successi possano dividere ed essere criticati.

Se le proponessero di tornare a fare reality in Rai? Io sarei grande fan di una nuova edizione di Music Farm, giusto per informazione.

Non mi è stato proposto, ma perché no? (ride, ndr). Adesso mi pare che fino a gennaio ed anche oltre siamo un po' pieni.

Oggi i reality show sono considerati poco dignitosi.

Non penso sia così, dovendone nominare uno, io penso che Alfonso Signorini sappia guidare benissimo il suo Grande Fratello, è molto bravo a tenere le redini di un format che è molto più complesso da orchestrare oggi che un tempo, non solo per l'usura fisiologica dei format, ma anche per chi può partecipare. Chi voleva farlo, in un certo senso lo ha già fatto.

Pensa che la nuova edizione ibrida funzioni?

Sì, penso che la commistione Vip e persone comuni possa funzionare, anche se richiede il suo tempo. La verità è che il conduttore è importantissimo in questa fase. A me non dispiacerebbe se anche la Rai tornasse a fare reality.

Il suo X Factor è diventato un campionario di frammenti sul web famosissimi, dal primo provino di Elodie a quello di Marco Marfè c'è un infinito repertorio che circola sui social.

In quegli anni abbiamo fatto cose bellissime. X Factor era un programma largo e io ho sempre pensato a fare programmi che arrivassero a tutti, mi sono sempre rifiutata di fare cose esclusive. Anche dietro a quel bancone ho messo il mio, poi ha preso altre strade e non c'è nessun problema su questo, ma l'inclusività è sempre stata un concetto importante per me.

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Quelli che il calcio, la prima puntata 30 anni fa. Adottava un format epocale riuscendo a farlo suo, conducendolo per più tempo di chi l'aveva preceduta.

Chi mi aveva preceduto è uno dei pilastri della televisione ed è un grande amico. Per tutti i programmi condotti ho sempre provato a cucirmi addosso i format, facendo anche da autrice. Quella opportunità grandissima fu un salto nel vuoto totale, mi dissi che potevo provare anche se ero sola, inizialmente senza autori, costruimmo dal nulla una squadra vincente. La stessa squadra con cui feci La Notte del Lunedì e poi Sanremo.

Molti si chiedono come mai Quelli che il calcio non vada più in onda.

È semplice, Quelli che il calcio era la domenica pomeriggio, ma il calcio alla domenica pomeriggio non c'è più. E infatti i palinsesti sono molto più affollati, oltre a Domenica In che è un caposaldo, è arrivata anche Maria De Filippi con Amici. Fare un grande evento su una partita sola è complesso se gli altri programmi prendono oltre il 30% dello share.

La vedo molto settata sugli ascolti, anche quelli dei programmi non suoi. È cambiato il suo rapporto con i numeri negli anni?

Mi divertono perché mi interessano i trend, ho una curiosità di conoscere che non mi abbandona mai.

E poi non ha mai negato di voler fare la dirigente.

Erano altri tempi direi, oggi provo a fare la regista di documentari con il mio compagno. L'entusiasmo non mi manca, ma penso che alla fine ho troppe cose da fare.

L'anno scorso è stata presenza fissa con Fazio. La tentazione di passare al nuovo Che Tempo Che Fa sul NOVE c'è? Ne avete parlato?

Non posso dire niente. Devo dire di essermi divertita tantissimo l'anno scorso. È stato bello, magari replicheremo, ma chissà.

Ndr: poche ore dopo da questa intervista è stata annunciata la conferma di Simona Ventura a Che Tempo Che Fa anche quest'anno. Ricontattiamo Ventura.

Ora si spiega il no comment. Ci dice qualcosa?

Non potevo sbilanciarmi, sono molto contenta, in generale penso che ad oggi qualsiasi proposta mi facciano vada presa in considerazione. E questa mi entusiasma.

Fazio annuncia il ritorno di Simona Ventura a Che Tempo Che Fa
Fazio annuncia il ritorno di Simona Ventura a Che Tempo Che Fa

Ho contato circa 75 programmi in carriera. Ce n'è uno che le manca?

Direi di no, ci sono programmi che io adoro guardare come C'è posta per te, ma non lo guarderei mai senza Maria De Filippi, credo che senza di lei non esisterebbe e non lo farei mai. Stesso discorso vale per i programmi di Antonella Clerici e non sono le sole. So individuare la capacità degli altri e non esserne invidiosa.

Insomma, non guarda la Tv altrui immaginando come la farebbe lei?

Assolutamente no. Sono sincera nel dire che non ho più nulla da dimostrare, in questa televisione posso solo divertirmi e questo è bellissimo per l'opportunità che mi viene data. Io penso di avere avuto molto di più di quello che sognavo da ragazzina, sono felice di quello che ho avuto, ho vissuto le mie età come dovevo viverle e oggi sono una persona che è sempre entusiasta di fare cose nuove e prenderle in considerazione se vengono.

E ne arriveranno.

Più che altro ne arrivano e io sono felice così. Poi per me esiste la famiglia, io e Giovanni abbiamo insieme cinque figli in comune che hanno bisogno di noi. Non è proprio una passeggiata di salute.

Lei è trapiantata a Milano, una città che sta cambiando molto, la considera una città sicura?

Io credo che il problema della violenza sia assolutamente di tutte le città. Sono certa del fatto che questa sia la mia città, come lo è temporaneamente Roma, dove abbiamo preso una casa in questo momento. In quanto metropoli, Milano soffre di quei problemi che caratterizzano le metropoli, con molta gente che fatica ad arrivare a fine mese.

Vista la sua esperienza la consiglierebbe come luogo in cui far crescere i propri figli?

Assolutamente sì, questa rimane una città che mi ha dato tutto e riesco sempre a trovare il bene in ogni cosa.

A Citofonare Rai2 ritrova Gene Gnocchi a distanza di anni.

Non ci siamo mai persi con Gene, l'anno scorso abbiamo fatto dei test e quest'anno lo abbiamo voluto con noi aumentando la cifra comica del programma.

Quando lei e Gnocchi parlate del Sanremo fatto insieme lo osservate con un po' di rimpianto?

Innanzitutto pensiamo che a febbraio 2024 saranno trascorsi 20 anni. Adesso ci viene riconosciuto il fatto che sia stato innovativo, visto che non avevamo i cantanti.

Ricordiamo che quell'anno ci fu il caso noto del boicottaggio da parte delle case discografiche.

Sì, definisco il nostro Sanremo come l'antesignano di tutti i talent. Nel 2004 le case discografiche avevano deciso di far implodere il festival, di farlo crollare.

Come andò?

Era stato offerto ad altri conduttori, poi ci fu questo no generale delle case discografiche e quindi chiamarono noi. Radunai tutto il gruppo di Quelli che il calcio, per creare qualcosa di inedito. In quel Sanremo ci furono molte prime volte, la prima di Roberto Bolle e del Cirque du Soleil in televisione, oltre a me, Gene e Maurizio Crozza c'era Paola Cortellesi.

Fu anche la prima volta della serata dei duetti.

E sì, siamo stati noi i primi. Potevamo prendere solo chi non aveva contratto con le case discografiche e tra questi c'era Marco Masini, che poi vinse. Però diciamo che, pur non essendo in gara, vennero a supportarli Al Bano, Toto Cutugno. Quel venerdì sera fu un trionfo e al sabato arrivò anche Celentano, prima volta come ospite.

Ventura con Tony Renis e Celentano, ospite dell'ultima serata di Sanremo 2004.
Ventura con Tony Renis e Celentano, ospite dell'ultima serata di Sanremo 2004.

Poi nel 2021 quella partecipazione a Sanremo mancata all'ultimo. Un pizzico di rimpianto resta.

Più che altro resta il fatto che mi presi il Covid.

Però ha parlato di impegni fino a gennaio, se per febbraio arrivasse una telefonata di Amadeus…

Guarda io voglio un bene smisurato ad Amadeus, ha fatto dei Festival meravigliosi, un direttore artistico di grandissimo livello, se non il più grande direttore artistico, ma non voglio offendere altri. Io sono dalla sua parte sempre.

Ma infatti io parlavo di farlo insieme…

Direi che anche lui mi sembra troppo impegnato per pensare a questa cosa.

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