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Raf e l’amore per la moglie Gabriella Labate: “Gli stavo antipatico, poi capì che non ero stron*o”

Dall’infanzia vissuta con un padre severo, all’amore per la moglie Gabriella Labate al rapporto con Umberto Tozzi: Raf si è raccontato in una lunga intervista al Corriere. “Non mi arrabbio quasi mai, ma quando succede niente self control”.
A cura di Gaia Martino
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Raffaele Riefoli alias Raf si è raccontato in una lunga intervista al Corriere. Il cantautore "che non si arrabbia quasi mai", introverso che con gli anni è anche "migliorato", stando alle sue parole, ha raccontato di essere cresciuto con un padre molto severo: "Bastava un niente e volava lo scappellotto". Lasciò casa a 17 anni, prima Firenze, per seguire il suo primo amore nonostante la sua famiglia non fosse d'accordo, poi Londra, Milano e oggi si divide tra Roma e Miami. Quando era giovane mamma e papà Riefoli credevano che il figlio fosse matto, poi si ricredettero quando diventò una star. Nell'87 conobbe la sua attuale moglie, Gabriella Labate, che all'inizio "credeva fossi un montato".

L'infanzia e il rapporto con i genitori

Raf da ragazzino era un "disastro", ha raccontato al Corriere di vergognarsi sempre, "con guance e orecchie paonazze, non riuscivo a parlare, farfugliavo, dicevo sempre la cosa sbagliata". Dietro la sua timidezza c'era un papà severo, "Bastava un niente e volava lo scappellotto. A casa, a me e mio fratello, ci faceva filare. Non voleva che giocassi a pallone, se per caso mi beccava in strada in piena partitella erano guai". A 17 anni lasciò casa per andare a Firenze, per seguire la sua prima fidanzatina, Sabrina. "Durò meno di sei mesi. Intanto però, con Ghigo Renzulli, futuro Litfiba, fondammo i Cafè Caracas, da una vecchia insegna di un bar appesa nella casa del Quattrocento in cui vivevo".

I genitori non erano d'accordo sulla sua decisione, "Gli arrivavano le voci più assurde, si erano convinti che fossi un matto debosciato dedito all’alcol e alle droghe, capirai, al massimo qualche canna. La prima volta che mi hanno visto in tv, presentato come una star internazionale, sono rimasti esterrefatti: mamma piangeva, papà restò impietrito". A Londra per poter suonare ha svolto diversi lavori, dal commesso in un negozio di abbigliamento al cameriere. Nonostante la lontananza da casa, continua a far uscire l'accento pugliese, solo quando si arrabbia però: "Mi arrabbio quasi mai, ma quando succede mi incavolo sul serio, niente self control".

Come ha conosciuto la moglie Gabriella Labate

Gabriella Labate e Raf
Gabriella Labate e Raf

Nell'87 ha conosciuto la sua attuale moglie, Gabriella Labate, sposata nel 1996: dal loro matrimonio nacquero i figli Bianca e Samuele. Era a Saint Vincent per uno spettacolo e lei faceva parte del corpo di ballo, la notò subito, ha raccontato, "Mi sono messo a provare da solo sul palco davanti alle sedie vuote. A un tratto arriva lei e si siede. Mi fissa. Mi cade la sigaretta. Mi cade lo spartito. Le stavo antipatico, credeva fossi un montato. Lì però ha capito che ero soltanto imbranato e timido, non str…. Dopo l’ho invitata a cena". Non cenarono insieme quella sera perché il lavoro finì tardi, però lui le lasciò un bigliettino: "Ti ho aspettato finora, purtroppo non sei venuta. Questo è il mio numero, se ti va, chiamami".

Lei lo telefonò qualche giorno dopo, si rividero a Napoli e da quella volta "non ci siamo più lasciati. Gabriella mi ha insegnato a non avere paura di aprirmi con le persone. Cerco di copiare lei, così diretta e sincera". A lei ha dedicato il brano Sei la più bella del mondo. 

L'amicizia con Umberto Tozzi

A legarli una profonda amicizia che dura da anni. "Ci conoscevamo dai tempi di Firenze, per 1o anni a Roma siamo stati vicini di casa, facevamo le vacanze insieme". Raf e Umberto Tozzi sono sempre andati d'accordo, "con lui mi diverto come un pazzo, ogni tanto ha la luna storta, capita, però è simpaticissimo. Con lui poi non scatta nessuna competizione sul palco se uno dei due ha cantato un pezzo in più, zero problemi, solo allegria". Alla richiesta di raccontare un difetto del suo amico ha confessato:

È ritardatario, perché è lentissimo. Per farsi la doccia ci mette una vita, anche a tavola mangia con somma calma, gli altri hanno finito e Umberto è ancora al primo. Lui, peraltro, mi rimprovera la stessa cosa, dice che il ritardatario sono io. E a volte è vero

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