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Arianna David: “Accusata di avere inventato l’anoressia ma sfogo sul cibo dolori privati e mesi senza lavoro”

Arianna David racconta gli insulti ricevuti negli ultimi giorni dopo avere raccontato per sommi capi la sua battaglia contro l’anoressia nel corso di un’intervista durata una manciata di minuti nel programma di “Cinque minuti” di Bruno Vespa. “Non ho inventato nulla”, rivela la ex Miss Italia a Fanpage.it, “Non mi hanno creduto solo perché non sono in punto di morte o al punto da dovermi alimentare con un sondino”.
A cura di Stefania Rocco
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Insultata per avere raccontato la sua battaglia contro l’anoressia, criticata da chi sosteneva avesse inventato i suoi disturbi solo per trarne un vantaggio in termini di immagine, Arianna David racconta gli ultimi giorni difficili in un’intervista rilasciata a Fanpage.it. “Niente di falso”, rivela la ex Miss Italia, “Non mi hanno creduto solo perché non sono in punto di morte”.

Hai raccontato in un’intervista a Bruno Vespa la tua battaglia con l’anoressia. “Da quel momento si è scatenato l’inferno”, hai scritto su Instagram. Che cosa è accaduto?

Sono stata presentata come una persona che ha questo disturbo alimentare e nei pochi minuti che avevo a disposizione per parlare, ho risposto alle domande che mi sono state poste. Le mie risposte sono finite su decine di pagine Instagram nei cui commenti mi è stato scritto di tutto. Le oscenità che ho letto sul mio conto mi hanno distrutta. Mentre leggevo mi sono dovuta fermare perché temevo mi venisse un attacco di panico, un altro disturbo di cui soffro da anni. Ma io dico, ho parlato di me e del mio caso, non in generale. Quando dico che non si guarisce, non lo dico perché sono una deficiente o perché mi diverto a scoraggiare le persone. Sono contenta che esista chi guarisce definitivamente, ma esistono anche quelli che, pur guarendo fisicamente, si trascinano dietro questo disturbo per tutta la vita come è accaduto a me. Anch’io ho avuto periodi in cui stavo molto bene ma da ottobre dello scorso anno, per motivi importanti e anche gravi, sono stata molto male. Quando mi capitano questi momenti, comincio a selezionare le cose che mangio per evitare di stare peggio. Parliamoci chiaro: so che le cose che mangio non vanno bene. Non voglio rendere pubblico il mio regime alimentare ma, al di là del piatto di fagiolini, magari mangio lo yogurt perché è liquido e lo digerisco, il gelato per lo stesso motivo o le verdure al vapore. Ne ho passate tante nella vita ma gli ultimi mesi sono stati pesanti e sono crollata.

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Cos'è accaduto negli ultimi mesi?

Non me ne sono nemmeno accorta. Poco prima di Natale un’amica mi dice di essere preoccupata per me dopo avere visto come mi cadevano i pantaloni. Contemporaneamente, mio marito mi guarda e mi chiede cosa ho fatto alle gambe. Io nemmeno mi guardo allo specchio quindi non ho la percezione di me stessa. Quando sto male sviluppo un rifiuto verso il cibo. Non lo faccio perché desidero dimagrire ma perché provo talmente tanto dolore che mi si chiude lo stomaco. È una sofferenza enorme. Non mi aspettavo chissà cosa dai miei interventi televisivi ma nemmeno un massacro così crudele. Non c’è un robot dall’altro lato della tastiera, sono una persona. Mi sono stati riservati aggettivi di una mostruosità incredibile.

Ti sei spiegata il motivo? L’anoressia è una malattia. In genere, quando qualcuno ammette in tv di essersi ammalato nel publbico scatta una catena di solidarietà.

Non me lo spiego. Mi hanno scritto anche di avere inventato la malattia perché peso 46 chili invece che 35. Che vuol dire? Mi è capitato anche di pesarne 39. Non ho mai raccontato di essere in punto di morte o di avere necessità di alimentarmi con il sondino. Anzi, spero di non tornare mai più a pesare 39 chili.

Combatti contro l’anoressia, tra alti e bassi, fin da quando avevi circa 20 anni. Che cosa ha scatenato l'ultimo "attacco"?

Una serie di cose che sono accadute. A ottobre ho scoperto una cosa che non posso dire ma che riguarda una persona che mi è molto vicina, una cosa che mi ha devastata. Non parliamo di tumori o malattie gravi, è qualcosa che un po’ ho sempre saputo ma quando arriva la diagnosi vai fuori di testa. Subito dopo mi è capitato di dovere abbandonare dei rapporti e mi ha fatto male. Il giorno di Natale, in più, uno dei migliori amici di mio marito è morto e ancora non sappiamo nemmeno perché. Non c’è stata una causa scatenante: una persona in salute che è morta in 12 ore. Dopo 20 giorni mio padre è stato ricoverato in codice rosso e pensavo non ce l’avrebbe fatta. Quando le mie amiche hanno cominciato a dirmi che mi vedevano deperita, sono corsa dall’alimentarista endocrinologo che mi segue da una vita e per la prima volta mi sono pesata su una bilancia che non fosse quella di casa mia. Lì ho scoperto di pesare 46 chili quando pensavo invece di pesarne 49,5. Non ci ho dormito la notte perché non me ne ero resa conto, sono crollata.

Cosa ti ha consigliato il tuo medico?

È preoccupato. Sa che sono indisciplinata e che ho necessità di fare un regime alimentare che mi consenta di pesare le cose che mangio. Visto che mi conosce e sa come prendermi, non mi ha ancora dato uno schema alimentare perché sa che non lo avrei seguito. Adesso è così ma so di essere una persona forte che ritroverà il suo equilibrio.

Quanto dovresti pesare?

Quando sono in forma peso tra i 50 e i 51 chili. Ma ho fatto tutte le analisi del caso e, per fortuna, non ci sono carenze.

Arianna David con il marito David Liccioli
Arianna David con il marito David Liccioli

L'incertezza legata alla tua professione – il fatto di poter lavorare in tv per un periodo e poi non lavorare a lungo – ha avuto un impatto sul tuo malessere?

C'è stato anche il lavoro tra le tante cause che hanno determinato il mio crollo. Ero stata chiamata a giugno dello scorso anno per un reality, sarei stata la prima concorrente. Poi c'è stato un problema con il cast che avevano scelto fino a quel momento e sono state scelte altre persone. Contemporaneamente è accaduto quello che sappiamo con le trasmissioni di Barbara d'Urso  per cui lavoravo da opinionista. Mi sono ritrovata a guardarmi intorno nel vuoto e a chiedermi ‘E adesso che faccio? Io devo portare lo stipendio a casa‘. Poi a ottobre sono stata richiamata per questo reality altre 4 volte ma non sono potuta entrare per motivi organizzativi. Non ho persone che mi aiutino in casa. Sono io che lavo, pulisco, cucino e stiro. Come avrei fatto con i ragazzi? Gli autori sapevano che, anche a causa del lavoro che fa mio marito, avrei avuto bisogno di tempo per organizzarmi. Sono rimasta senza lavoro da settembre a gennaio e mi ha creato tanta confusione. Mi è accaduto come per tutti: passare dal lavorare a ritrovarmi improvvisamente disoccupata. Questo ha scatenato di nuovo gli attacchi di panico di cui soffro da tempo.

Parliamo del Grande Fratello?

Sì. Ma adesso ci sono nuovi progetti in cantiere. Tornerò a rompere le scatole.

Hai scritto su Instagram: “Non mi rivolgo ai centri specializzati perché non guadagno 10mila euro al mese, nemmeno 5mila e le cure sono costose”. È un problema di costi?

Trent’anni fa, quando potevo permettermi di andare a parlarne con qualcuno, non esisteva una conoscenza specifica rispetto a casa fosse l’anoressia, né esistevano strutture. Oggi non guadagno cifre così importanti. Le persone ti vedono in televisione e credono tu sia milionario ma io non sono sposata con Elon Musk. Sono sposata con un uomo che fa un lavoro dignitosissimo ma, tra il mio stipendio e il suo, non arriviamo mica a 10mila euro al mese. Poi ci sono le spese che hanno tutti i comuni mortali: il mutuo, il cibo, la benzina, il bollo della macchina, l’assicurazione e tutte le spese dei ragazzi. Le mie necessità vengono dopo le loro e non mi posso permettere di spendere 150 euro due volte a settimana per le cure specializzate.

Esistono diversi centri sparsi sul territorio nazionale che si occupano del contrasto ai disturbi alimentari convenzionati con il servizio sanitario, due nel Lazio. Perché non hai tentato quella strada?

Ho provato in passato ad andare in centri convenzionati con il sistema sanitario nazionale ma forse sono stata sfortunata e mi sono sempre trovata male.

Adesso hai un piano d'azione?

Tornerò dal mio alimentarista, Giovanni , e ricomincerò il mio percorso. Ce la metterò tutta per stare bene, ma lo avrei fatto anche a prescindere dalle offese ricevute sui social. Non mi odio a tal punto da volermi autoflagellare. E non è vero che non sono seguita. Lo sono da tempo. Non da uno psicologo o da un centro specializzato ma dal mio medico. Forse sono stata troppo normale per poter essere creduta, non saprei. Volevo solo far capire che sono una persona normale che non può permettersi di spendere 150 euro 2 volte a settimana – e quindi 1200 euro al mese – per le cure specializzate. Ho altre esigenze e i miei figli hanno la priorità. Certo, mi piacerebbe parlare con qualcuno ma, come tutti, ho necessità di pensare prima ad altro.

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