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Sgozzarono Ismaele Lulli per gelosia: ergastolo a Igli Meta, 28 anni al complice

I due legarono la vittima – di 17 anni – ad una croce poi lo accoltellarono, quindi gettarono il corpo in una boscaglia.
A cura di Davide Falcioni
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Dopo sette ore di camera di consiglio la Corte d'Assise di Pesaro ha inflitto la condanna all'ergastolo a Igli Meta e quella a 28 anni e 4 mesi al complice Mario Mema. I due sono stati ritenuti responsabili dell'omicidio di Ismaele Lulli, 17 anni, a cui venne tagliata la gola per gelosia. Il giovane fu assassinato il 19 luglio del 2015 a Sant'Angelo in Vado. A Mario Mema, complice di Meta che si è sempre dichiarato innocente e lontano dal luogo del delitto, è stata tolta l'aggravante della premeditazione. A entrambi invece è stata tolta quella delle sevizie. La sentenza è arrivata dopo due ore e mezza di arringa da parte dell'avvocato Carlo Taormina, difensore di Igli Meta. Per l'avvocato Taormina, sarebbe stato proprio il complice Mario a sferrare la coltellata al collo che ha ucciso Ismaele.

Secondo il legale infatti "Igli ha gettato via il coltello, non voleva uccidere Ismaele. Questo atteggiamento si chiama desistenza, ossia non ha voluto più portare a termine l'azione omicida. Per questo – ha sostenuto l'avvocato – chiedo che il reato di omicidio volontario venga derubricato a tentato omicidio o lesioni gravi con l'attenuante della provocazione e l'esclusione della premeditazione". Immediata la replica del pubblico ministero e della parte civile oltre che i difensori Levi e Lotti di Mario Mema che hanno ricordato come il loro cliente fosse amico della vittima e che non avesse nessuna ragione per ucciderlo.

Il risarcimento danni è stato fissato in 800 mila euro, da pagare in solido. Ma la Corte d'Assise ha ritenuto che gli atti del processo debbano essere trasmessi alla procura di Urbino per aprire un fascicolo anche su Ambera Salji, la ragazza che aveva scatenato la gelosia di Meta, principale teste d'accusa della procura e rimasta finora fuori dal processo.

La dinamica dell'omicidio: Ismaele legato a una croce e accoltellato

Come detto l'omicidio risale al 19 luglio del 2015. Pochi giorni prima un amico di Igli Meta gli disse che la sua fidanzata Ambera Salji, 19enne di origini macedoni, lo tradiva con Ismaele Lugli. Il ragazzo diventò quindi l'obiettivo di un'atroce vendetta. Igli – con la complicità dell'amico Mario, riuscì ad attirare Ismaele in una trappola facendogli scrivere un sms proprio dalla ragazza, la quale gli dava appuntamento in un luogo isolato. Il 17enne italiano accettò, pensando che avrebbe incontrato Ambera. All'appuntamento però c'erano Igli e Mario, che sarebbero riusciti a convincere Ismaele a salire in auto per dirigersi su una collina chiamata Selva Nera.

Qui Ismaele è stato legato a una croce, umiliato quindi accoltellato sei volte al torace e alla gola. A sferrare i fendenti fu Igli, mentre Mario se n'era andato, salvo tornare a "lavoro compiuto". I due trascinarono il corpo del 17enne nella boscaglia poi – ancora sporchi di sangue – andarono a fare un bagno al fiume per lavarsi. Alla sera, Igli confessò ad Ambera di aver ucciso Ismaele per gelosia.

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