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Sette bugie e una verità sul caso Regeni

Tra depistaggi e ricostruzioni fantasiose ecco i (pochi) punti fermi sull’omicidio del ricercatore italiano.
A cura di Davide Falcioni
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Cosa sappiamo del rapimento e dell'uccisione di Giulio Regeni? A quasi due mesi dal ritrovamento del corpo del ricercatore italiano in realtà gli elementi a disposizione della Procura di Roma sono ancora insufficienti per delineare l'esatta dinamica dei fatti. Quel che è certo è che molte delle ricostruzioni giornalistiche finora pubblicate non poggiano su basi solide ma su una sequela di "indiscrezioni trapelate da fonti" non sempre attendibili in quella che è sembrata spesso più una caccia allo scoop che un meticoloso lavoro di ricerca. Da parte egiziana, inoltre, abbiamo assistito a una serie incredibile di tentativi di depistaggio a partire dalle prime dichiarazioni dei ministri del Cairo, certi prima che Regeni fosse rimasto vittima di un incidente d'auto, poi che fosse incappato in una banda di sequestratori senza scrupoli. Menzogne smentite seccamente anche dai familiari del friulano che chiedono verità e chiarezza.

Di seguito una lista degli unici punti fermi sulla drammatica uccisione di Giulio Regeni, un "ragazzo di mondo" italiano ucciso nel paese governato da uno dei più sanguinosi regimi del Nord Africa.

Giulio Regeni collaborava con il Manifesto. Falso

Il ricercatore friulano non ha mai collaborato con il quotidiano Il Manifesto come era sembrato nei giorni immediatamente successivi alla tragedia.

Giulio Regeni è morto dopo essere stato investito da un’auto al termine di un festino. Falso

All’indomani del ritrovamento del corpo di Regeni il generale Khaled Shalabi ha sostenuto che “non c'è alcun sospetto crimine dietro la morte del giovane italiano Giulio Regeni”. Il militare ha quindi affermato che il ricercatore è rimasto vittima di un incidente stradale al termine probabilmente di un festino con amici. Senza uno straccio di prova per sostenere questa tesi, senza che neppure fossero state avviate le indagini. Si tratta, in ogni caso, di un’ipotesi smentita.

Il delitto è maturato per ragioni personali. Falso

Poche settimane dopo è stata la volta di un’altra poco credibile versione. Il ministero dell'Interno egiziano ha fatto sapere che le indagini sulla morte di Giulio Regeni "evidenziano varie possibilità, tra cui attività criminali o un desiderio di vendetta per motivi personali, soprattutto perché l'italiano aveva avuto molti legami con persone vicino a dove viveva e studiava". Non risulta, in realtà, che Giulio Regeni avesse “nemici” al Cairo. Lo stesso ministro degli esteri Gentiloni si affrettò a commentare: “Non ci accontenteremo di verità di comodo e di piste improbabili come quelle che anche oggi arrivano dal Cairo”.

Giulio Regeni ha litigato con una persona il giorno prima della sua scomparsa. Falso

Il sito egiziano Youm7 aveva nei giorni scorsi riferito  che Regeni aveva avuto una lite con un conoscente il 24 gennaio nei pressi del consolato italiano al Cairo. Questa tesi è stata smentita nei giorni scorsi dal procuratore capo di Giza, Ahmed Nagy. "Quel giorno Regeni era in casa, in base ai dati del suo telefono cellulare”.

 Giulio Regeni lavorava per i servizi segreti. Falso

Nelle scorse settimane gli organi di stampa hanno diffuso la tesi che Regeni lavorasse per i servizi segreti: ipotesi maturata dopo la scoperta della collaborazione del ricercatore friulano con Oxford Analytica, un’agenzia di intelligence britannica per la quale avrebbe prodotto report quotidiani sui principali eventi mondiali. In realtà Regeni non aveva mai nascosto la sua collaborazione, tanto da citarla nel suo profilo Linkedin (strano, per un agente segreto). Insomma, la collaborazione dell’italiano con la società non è mai stata un mistero e non ha mai fatto sospettare nessuno di possibili rapporti con i servizi di informazione e sicurezza. Anche i genitori di Giulio hanno chiarito: "Avevamo un confronto con Giulio. Parlavamo spesso. Nessuna delle informazioni che ci trasmetteva faceva neanche lontanamente pensare a un lavoro sottobanco, per i servizi segreti, a un lavoro che non fosse correlato al lavoro che stava facendo. Noi lo abbiamo escluso. Chi ha i figli all'estero sa che i genitori sviluppano una relazione fortissima, a livello viscerale. Noi a livello viscerale sapevamo che nostro figlio non era nei servizi segreti". Alessandra Ballerini, legale della famiglia Regeni, ha poi aggiunto: "Sono stati sviscerati anche i conti correnti di Giulio. Non erano conti da spia. Giulio per sobrietà usava i vestiti del padre. E poi abbiamo letto le sue chat, anche quelle con gli amici, e nulla può indurre anche solo il sospetto". Infine il presidente della commissione diritti umani Luigi Manconi: "Sul conto Giulio aveva 850 euro. E nessun prelievo successivo al 15 gennaio".

Giulio Regeni è stato torturato. Vero.

La Procura egiziana ha confermato che sul corpo di Giulio Regeni erano presenti "fratture, abrasioni, ustioni e lividi". E queste ferite sono state presumibilmente causate "da corpi solidi e in alcuni casi strumenti con superfici ruvide". “I medici ci dicono che le violenze che ha subìto sono state inflitte tutte in un’unica soluzione tra le 10 e le 14 ore precedenti alla sua morte”, dicono gli egiziani.Gli inquirenti italiani tuttavia non concordano con questa ipotesi e, sulla base dei referti dell’autopsia, ritengono che l’italiano sia stato torturato a lungo.

Gli inquirenti egiziani hanno detto tutta la verità. Falso

Secondo i familiari di Giulio Regeni la tesi che il delitto sia stato organizzato una banda criminale locale che ha rapito, torturato e ucciso il ricercatore italiano, prima di essere a sua volta sterminata dalle forze dell'ordine, non sta in piedi. In effetti dopo le proteste del governo italiano anche il generale Abu Bakr Abdel Karim, portavoce del Ministro degli Interni del Cairo, ha dichiarato: "Non abbiamo modificato le nostre posizioni. La ricerca per l'assassino di Giulio Regeni è ancora in corso e le autorità italiane saranno aggiornate sugli sviluppi".

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