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Sardegna: l’Esercito “restituisce” quattro spiagge finora usate per esercitazioni militari

Quattro meravigliose spiagge sarde, finora utilizzate per esercitazioni militari, verranno restituite alla collettività dopo un’opportuna operazione di bonifica.
A cura di Davide Falcioni
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Il Ministero della Difesa ha deciso di "restituire" quattro spiagge della Sardegna alla collettività: si tratta di cinque meraviglie dell'isola che per decenni sono state interdette a residenti e turisti perché situate a ridosso di poligoni di tiro e basi militari utilizzate dall'Esercito Italiano. Porto Tramatzu (Sulcis), S'Enna e S'Arca (Medio Campidano) e l'arenile sino a Punta S’Achivioni toneranno ad essere aperte anche ai civili grazie a un accordo siglato, dopo una lunga e non facile trattativa, dal ministro Roberta Pinotti e dal presidente sardo Francesco Pigliaru.

L'accordo raggiunto tra stato e regione prevede uno stop alle esercitazioni militari e alle attività di fuoco per consentire di liberare anche le ‘Spiagge Bianche' nei pressi del poligono di Capo Teulada e il lido di Cala Murtas, nel comune di Villaputzu, composta da sei chilometri di sabbia bianca che in parte ricade nel perimetro della base militare del Salto di Quirra.

Quella militare in Sardegna è una presenza assai importante, dal momento che ben 30mila ettari dell'isola sono impegnati dal demanio militare. Ma non deve essere "subìta come oppressiva", ha dichiarato il ministro Pinotti, felice di aver firmato quello che, a memoria, è il primo accordo sulle cosiddette servitù militari. Ora, assicura la ministra, verrà rispettato il cronoprogramma per le bonifiche delle spiagge: "Tutto quello che può essere fatto deve essere fatto subito. C'è la mia parola". "I sindaci e i cittadini del territorio hanno diritto alle risposte che ci impegniamo a dare. Sono attese da 40 anni", ha sottolineato Pigliaru.

Oltre alla restituzione delle spiagge ad un uso civile e non militar, uno dei punti più rilevanti dell'accordo siglato è l'apertura della caserma di Pratosardo a Nuoro, che in un'ottica di razionalizzazione non sarebbe stata prevista, ma che – si spera – darà un importante impulso economico ad un'area in difficoltà. Nel patto ci sono anche indennizzi ai Comuni e ai pescatori di Capo Frasca e un'area di rispetto per le zone archeologiche.

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