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Ponte di Ferro a Roma, il comandante dei vigili del fuoco racconta lo spegnimento dell’incendio

Fanpage.it ha intervistato il comandante dei vigili del fuoco di Roma ingegnere Francesco Notaro, sulle operazioni di spegnimento dell’incendio del Ponte di Ferro dello scorso 3 ottobre e sulla messa in sicurezza della struttura. I prossimi passi prima della riapertura al traffico sono una valutazione strumentale dei danni e i relativi interventi.
A cura di Alessia Rabbai
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L'incendio al Ponte di Ferro a Roma ha privato Marconi e Ostiense di un importante collegamento che permetteva ai cittadini di spostarsi, con conseguenti inevitabili disagi al traffico, soprattutto nelle ore di punta e nelle giornate di sciopero dei mezzi di trasporto. Ormai chiuso alla circolazione dei veicoli dal 3 ottobre scorso, gli step futuri saranno una valutazione tecnica da parte degli enti incaricati, che dovranno occuparsi di verificare con strumentazione lo stato del cemento e l'appoggio del ponte, per quantificare i danni e gli intereventi necessari. La magistratura ha aperto un fascicolo e indaga sulla vicenda, ma si esclude il dolo. Fanpage.it ha intervistato il comandante dei vigili del fuoco di Roma ingegnere Francesco Notaro sulle operazioni di spegnimento e sulla messa in sicurezza del ponte.

Come siete intervenuti nell'incendio del Ponte di Ferro?

Abbiamo ricevuto la segnalazione del Ponte in fiamme, che si presentava al momento delle prime chiamate come interessato da un incendio dalla parte di Piazzale della Radio, lato Marconi. Arrivati sul posto la situazione era quella descritta e abbiamo esaminato cosa stava bruciando: un grosso fascio di cavi elettrici. Si tratta di cavi adagiati su una passerella portaservizi adiacente a quello che era una sorta di marciapiede sospeso lungo tutto il ponte, per consentire ai cavi di andare da una sponda all'altra. Con il passare dei minuti l'incendio si è propagato, i cavi elettrici erano inseriti all'interno di alcuni tubi in pvc che, una volta riscaldati, hanno creato un effetto di ‘gocciolamento', che non faceva altro che alimentarlo. Quando abbiamo ricevuto l'ok da parte dell'azienda distributrice di gas ed energia elettrica dell'avvenuta disalimentazione, abbiamo provveduto a spegnere l'incendio.

Perché sembrava che bruciasse il ponte?

Ciò che ha dato l'effetto che il ponte bruciasse nella sua interezza erano proprio i cavi elettrici a fuoco. Il calore andato avanti per diverso tempo ha fatto in modo che parte della passerella portacavi abbia ceduto per una quindicina di metri e che sia collassata, precipitando parte nel fiume e parte sulla banchina. Oltre ai cavi ha partecipato all'incendio la vegetazione circostante e il materiale depositato sotto al ponte, tra cui sedie e materassi, tutto distrutto dalle fiamme.

Come si dovrà procedere ora?

Come vigili del fuoco di nostra competenza abbiamo fatto solo analisi a vista, serve un'indagine approfondita per una stima dello stato dei piloni interessati dall'incendio e della trave in ferro. Certamente danni ce ne sono stati e vanno valutati. Il ponte necessita di un'ispezione nella sua interezza, perché essendo di ferro riscaldandosi potrebbe aver registrato in altri punti sollecitazioni indotte dal calore, piccole deformazioni che bisogna andare a valutare. Occorrerà una perizia tecnica approfondita e un collaudo. Lo abbiamo messo in sicurezza e al momento non presenta pericoli di stabilità o di crollo. Prima di riaprirlo al traffico veicolare servirà un'analisi tecnica soprattutto sui punti più sollecitati.

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