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Nel carcere di Regina Coeli un detenuto di 28 anni dorme da mesi: “Sempre sdraiato e immobile”

La denuncia dell’associazione Antigone: nel carcere di Regina Coeli c’è un detenuto che dorme da mesi. Nessuno riesce a risolvere il problema e i medici non hanno riscontrato patologie oggettive.
A cura di Enrico Tata
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Susanna Marietti, coordinatrice nazionale dell'associazione Antigone, ha raccontato sul suo blog pubblicato sul sito del Fatto Quotidiano la storia di un detenuto pakistano di 28 anni. Da diversi mesi dorme senza sosta nella sua cella all'interno del carcere romano di Regina Coeli. È sempre sdraiato, immobile nel suo letto, con gli occhi perennemente chiusi. Tutte le azioni, come mangiare e bere, le compie in maniera totalmente meccanica. Secondo gli addetti del carcere si tratta di un "simulatore". I controlli effettuati dai medici, infatti, non sono riusciti a mettere in evidenza patologie o a fornire spiegazioni scientifiche sul comportamento del ragazzo. Praticamente da mesi il ragazzo vive in una condizione di morte apparente. Anche durante le udienze che lo riguardano, dorme immobile, senza pronunciare una parola. È stato ricoverato più volte all'ospedale Pertini, ma nessun medico ha trovato una soluzione o una spiegazione del suo caso.

Scrive Marietti: "L’ho incontrato in una stanza di degenza del centro clinico del carcere. Dormiva. O comunque era sdraiato sul letto, a occhi chiusi e immobile. L’infermiere mi ha spiegato che il ragazzo dorme sempre. Lui gli svuota il catetere, gli cambia il pannolone, gli infila un po’ di cibo liquido in bocca che l’uomo deglutisce in maniera meccanica. Gli ho domandato da quanto tempo il ragazzo si trovasse in quelle condizioni. Alcuni mesi, mi è stato risposto. Il personale del carcere che mi accompagnava in visita si riferiva a lui con l’appellativo di “simulatore”. Ho chiesto il perché e mi è stato detto che i vari controlli medici – molti, anche esterni al carcere, presso l’ospedale Sandro Pertini dove il ragazzo è stato più volte ricoverato – non hanno mai riscontrato nulla di oggettivo. Ho provato a dire che la simulazione è un comportamento che viene messo in atto intenzionalmente e che nessuno simulerebbe mesi di morte apparente".

La coordinatrice di Antigone riporta che i dirigenti del carcere si sono dedicati con grande impegno a trovare una soluzione, ma nessuno è riuscito a risolvere il problema: "Il ragazzo è lì, che dorme. Da mesi e forse per mesi.“Hai cambiato il pannolone al simulatore?”, “va pulita la cella del simulatore”, “il simulatore deve andare all’udienza”. La colpa non è di nessuno in particolare. Ma in un sistema che può tollerare la presenza dell’uomo che dorme in una cella al centro di Roma c’è qualcosa che non funziona".

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