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Morte Cranio Randagio: in aula parla l’amico imputato, ma dice di non ricordare praticamente nulla

Parla il proprietario della casa dove il rapper di X Factor perde la vita per overdose dopo una festa, ma non ricorderebbe quasi nulla. L’avvocato della famiglia di Vittorio: “Faccio appello al suo senso della verità perché dica tutto”.
A cura di Redazione Roma
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È il giorno di Pierfrancesco Bonolis al processo per la morte di Cranio Randagio, il musicista e cantante, morto in casa di amici l'11 novembre del 2016 dopo una festa dove erano stati consumati stupefacenti. Il ragazzo è il proprietario dell'appartamento dove avviene la festa. Ma l'imputato, che quella sera era anche il festeggiato, non ricorda nulla o quasi, è tutto una sequenza di non so e di non ricordo. Il pubblico ministero Giovanni Nostro chiede al ragazzo di ricordare. Chi acquistò lo stupefacente? Chi portò la droga nell'appartamento? Dove era andato Vittorio Andrei (Cranio Randagio) quando era uscito per poi tornare nell'abitazione? L'unica cosa che il ragazzo racconta è quella doveva essere una serata felice, di divertimento.

Ammette di avere "assunto cristalli di metanfitamina" e di "avere bevuto parecchio", e che proprio l'amicizia con il ragazzo che dopo poche ore morirà nel suo appartamento era uno dei motivi di felicità: "Quel giorno era prevista uscita del mio video su Vittorio che era già famoso. Stava nascendo una collaborazione e io avevo appena finito l'accademia di televisione e cinema. Ero sognante. Credevo che i video mi avrebbero portato a un futuro vero".

Ma è l'avvocato di parte civile Marco Macchi che, nelle parole riportate dal Corriere della Sera, fa appello all'imputato affinché ricordi, affinché parli, seguendo la richiesta agli amici che da sempre fa la famiglia di Vittorio: "L'unico che avrebbe assunto sostanze secondo la sua narrazione è anche l'unico che oggi non può parlare: faccio appello al suo senso della verità perché dica tutto". Testimonianze da sempre lacunose e parziali quelle dei ragazzi presenti, molti dei quali hanno negato il circolare droghe diverse dalla marijuana e di non essersi accorto che Vittorio stava male. In aula anche un video di uno dei ragazzi in cui si vede Vittorio che respira "agonico" in un letto, mentre attorno non rendendosi conto della situazione gli altri ridono e lo riprendono.

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