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La sindaca di Sabaudia Giada Gervasi arrestata per corruzione si è dimessa

Indagata per corruzione la sindaca di Sabaudia Giada Gervasi si è dimessa. La città pontina verrà commissariata.
A cura di Alessia Rabbai
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Giada Gervasi, la sindaca di Sabaudia arrestata per corruzione
Giada Gervasi, la sindaca di Sabaudia arrestata per corruzione

Giada Gervasi, la sindaca di Sabaudia, arrestata per corruzione e ai domiciliari, si è dimessa. Le dimissioni sono arrivate nella serata di ieri, lunedì 21 febbraio. Al posto di Gervasi arriverà un commissario prefettizio, che si occuperà del Comune di Sabaudia. "Con profondo rammarico dichiaro la mia volontà irrevocabile di dimettermi dalla carica di sindaco con effetto immediato – ha annunciato ieri sera Gervasi – Le dimissioni sono determinate dalle recenti vicende giudiziarie che mi hanno coinvolta e mi portano necessariamente ad un distacco dal mio ruolo al fine di fare chiarezza e garantire il corretto funzionamento dell’Ente". E ha aggiunto: "Ho sempre agito nell’interesse del Comune. Affronterò le accuse e mi difenderò con assoluta certezza di riuscire a chiarire la vicenda. Ho assoluta fiducia nella magistratura".

La sindaca di Sabaudia Giada Gervasi arrestata per corruzione

Gervasi è stata arrestata per i reati di corruzione e presunta turbativa d'asta insieme ad altre quindici persone, funzionari pubblici e imprenditori che sono a vario titolo di peculato, corruzione e falso ideologico, undici dei quali ai domiciliari, mentre quattro hanno il divieto o l'obbligo di dimora, insieme all'interdizione temporanea dai pubblici uffici, dai servizi e con il divieto di esercitare la professione per dodici mesi. Le indagini condotte dai carabinieri e coordinate dalla Procura della Repubblica di Latina, con l'aggiunto Carlo Lasperanza e i pubblici ministeri Antonio Sgarrella e Valentina Giammaria hanno riguardato anche alcune concessioni demaniali rilasciate dal comune di Sabaudia per gli stabilimenti balneari e alcuni eventi di canottaggio. Tutte e quarantacinque le attività balneari presenti sul litorale del comune pontino usufruivano di favoritismi e privilegi e alcune tra queste erano gestite da dipendenti pubblici.

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