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La donna trans trovata morta si chiamava Naomi Cabral e si prostituiva: si cerca l’ultimo cliente

Naomi Cabral, donna transgender di 47 anni, è stata trovata morta da un’amica nella sua stanza: non rispondeva da molte ore. Indagini in corso, disposta autopsia.
A cura di Beatrice Tominic
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Foto da Google (sinistra) e Facebook (destra).
Foto da Google (sinistra) e Facebook (destra).

È stata trovata priva di vita nel primo pomeriggio di mercoledì scorso, 5 ottobre, all'interno della sua stanza: Naomi Cabral, donna transgender di 47 anni e di origine argentina, è stata rinvenuta nudo, sul letto della sua stanza, come scrive il Messaggero in un articolo di oggi.

A scoprirlo un'amica della vittima, preoccupata per lei visto che non si era presentata a pranzo. "Ho bussato alla porta, ma era già aperto – ha raccontato – Ho visto Naomi senza vita e poi sono corsa ad avvertire il figlio della proprietaria di casa". Non si conoscono ancora le cause che hanno portato alla morte della donna, ma non è escluso che con lei si trovasse qualcuno, oggi ricercato: forse Naomi poteva essere salvata.

La ricostruzione dei fatti

Sarebbe morta parecchie ore prima del ritrovamento: questo è quanto ha spiegato il medico legale dopo una prima analisi del corpo non appena arrivato sul luogo del ritrovamento dove, non appena scattato l'allarme, sono arrivate anche un'ambulanza del 118 e le pattuglie del nucleo radiomobile dei carabinieri di Anzio. Nessun segno di violenza, colpi inferti con armi da taglio o fuoco. Ma non si escludono lesioni interne oppure l'assunzione di sostanze. Per fare chiarezza su quanto accaduto la Procura di Velletri ha disposto l'autopsia, che si svolgerà all'Università di Tor Vergata: soltanto una volta ottenuti i risultati, sarà possibile fare chiarezza sulle cause della morte.

Le ipotesi

La amiche di Naomi non la vedevano dalla sera prima: soltanto alle 15 del giorno successivo il corpo della donna è stato ritrovato nella sua stanza, in una palazzina vicino al locale Samoa, sulla via Litoranea nel comune Ardea, località sulla costa laziale. L'ipotesi al vaglio dei carabinieri è, però, che possa non essersi trovata da sola al momento della morte e che, anzi, qualcuno possa essere scappato via vedendola agonizzante, anziché chiamare i soccorsi per aiutarla. Per questa ragione il pm sta valutando anche di procedere per il reato di morte in conseguenza di altro delitto. Nel frattempo i carabinieri hanno sequestrato il telefono della donna, posto i sigilli all'abitazione e repertato tracce biologiche e impronte utili per le indagini.

L'appartamento a Marina di Ardea

I militari, inoltre, stanno passando al vaglio anche le immagini catturate dagli impianti di videosorveglianza privati della zona e stanno cercando di identificare chi è passato nell'appartamento in cui viveva Naomi durante quella notte, dove la donna viveva soltanto da pochi mesi. "Prima viveva nel centro di Ardea e frequentava soprattutto le zone di Trigoria, la pineta di Ostia e la litoranea – ha spiegato al quotidiano l'amica della donna – Poi ha deciso di affittare un appartamento: è qui che riceveva i suoi clienti. In genere pranzava e cenava con me ed altre ragazze della comunità argentina: quando non ha risposto alla nostra chiamata mercoledì avevo capito che era successo qualcosa di grave".

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