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Elezioni comunali 2021: perché il PD non vuole “le primarie dei nani”

Sono molti nel Partito Democratico a guardare con scetticismo alla possibilità di tenere elezioni primarie a Roma per designare il candidato sindaco del centrosinistra. “Ma cosa le facciamo a fare le primarie senza una sfida vera? A Roma, ora come ora, a che servono le primarie? Per permettere ai nani di posizionarsi?”.
A cura di Valerio Renzi
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"Ma cosa le facciamo a fare le primarie senza una sfida vera? Le primarie vinte da Nichi Vendola o da Giuliano Pisapia erano delle primarie vere, e lo dico anche se le abbiamo perse riconoscendone l'importanza. Non a caso quelle primarie, vinte da esponenti civici o della sinistra, hanno portato a esperienze di governo importanti. A Roma, ora come ora, a che servono le primarie? Per permettere ai nani di posizionarsi?". Argomenta così un navigato dirigente del Partito Democratico lo scetticismo rispetto all'idea di mettere in campo da subito lo strumento delle primarie per scegliere il candidato del centrosinistra alle prossime elezioni comunali a Roma.

I "nani" sarebbero i molti candidati alla corsa interna alla coalizione che si sono fatti avanti fino ad ora, a cui viene imputato di voler partecipare senza pensare neanche a vincere, ma con la sola intenzione di guadagnare visibilità e spazio. "Proporre un nome in grado di vincere la competizione non vuol dire calarlo dall'alto. Possiamo discutere dei programmi, della squadra, delle idee per la città: siamo sicuri che la sfida sulle facce con un vincitore scontato sia quello che ci serve? È la cosa più utile per creare entusiasmo e partecipazione?", argomenta un altro esponente dem.

Al momento una cosa è certa: bocche cucite e nessuno parla ufficialmente della posizione del partito né delle primarie. Fino alle elezioni regionali di settembre il dossier ‘Roma' non sarà neanche sfogliato dal segretario Nicola Zingaretti, troppe le variabili in gioco senza conoscere i risultati del voto in Toscana, Puglia, Campania, Liguria e Marche. Se le cose andassero molto male per il PD sarebbe obbligatoria una riflessione, qualcuno potrebbe chiedere anche l'apertura di una fase congressuale mentre il nodo dell'alleanza con il Movimento 5 Stelle è ancora tutto da sciogliere, anche se tutti continuano a ripetere come un mantra "mai con Virginia Raggi".

Intanto la pressione per la convocazione delle primarie si fa più forte. Coinvolge i Radicali, i cattolici di Demos, la sinistra di Liberare Roma, gli ex sostenitori di Ignazio Marino e ora anche le Sardine che hanno preso parole con il portavoce Mattia Sartori. La piattaforma Primarie Roma 2o21 ha aperto pubblicamente il dibattito, facendo prendere parole a diversi esponenti politici locali fuori e dentro il Partito Democratico.

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