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“Di disturbi alimentari si muore e mancano le cure”: la manifestazione a Roma il 9 novembre

Il Movimento Lilla manifesterà il 9 novembre a Roma per chiedere che i disturbi alimentari vengano inseriti nei LEA come malattie a se stanti, dunque con un budget autonomo e un obbligo per ogni regione di dotarsi di tutti i livelli di cura.
A cura di Simona Berterame
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Nel 2023 in Italia si continua a morire di disturbi alimentari per mancanza di cure: secondo i dati ReNCam (Registro Nominativo Cause Morte) sono circa 4.000 le morti ogni anno per la mancanza di cure nel trattamento delle malattie del comportamento alimentare. Per questa ragione il Movimento Lilla (nato nel 2021 che coinvolge giovani, adulti, famiglie e tutti coloro che conosco da vicino i disturbi del comportamento alimentare) torna in piazza con una manifestazione che si svolgerà il 9 Novembre 2023, dalle ore 14:00, presso Piazza Castellani, nei pressi del Ministero della Salute a Roma. La richiesta del movimento è chiara: i disturbi alimentari devono avere un budget autonomo nei Livelli Essenziali di Assistenza (L.E.A). "Questo permetterebbe ad ogni Regione di garantire i livelli essenziali di cura, consentendo alle persone di ricevere supporto senza dover intraprendere lunghi viaggi in tutta Italia" spiegano nel comunicato stampa diffuso per lanciare l'iniziativa.

Liste di attesa

Anche le liste di attesa saranno un tema centrale di questa manifestazione, essendo un altro problema che ritarda la possibilità di ricevere una diagnosi e quindi l’accesso alle cure. I tempi infatti sono sempre più lunghi, anche grazie ad un aumento repentino dei casi dallo scoppio della pandemia: da otto mesi fino ad un anno per l’ambulatorio DCA, tre o quattro mesi per il centro diurno e per la residenza. "Un tema allarmante perché iniziare un trattamento in modo tempestivo aumenta la probabilità di un esito positivo – si legge nel comunicato del movimento – mentre è proprio il tardivo riconoscimento della malattia uno dei maggiori ostacoli nella cura dei disturbi alimentari: il ritardo nella diagnosi influenza infatti gravemente l’evoluzione del disturbo". Un tema, quello della mancanza di cure e delle liste di attesa sempre più lunghe, che abbiamo affrontato raccontando il caso della struttura toscana “Casa Mora”, in provincia di Grosseto, riqualificata alla fine del 2020 con quasi 4 milioni di euro e oggi ancora non operativa per il servizio di degenza h 24.

"Intanto i numeri crescono e diventano spaventosi, eppure nell’ultimo rapporto del Ministero della Salute sulla salute mentale i DCA non sono nemmeno citati. E invece di anoressia, bulimia, binge eating e di tutte le sfumature meno conosciute di DCA si muore. Si muore non perché siano malattie incurabili, ma perché non ci si può curare subito e bene. Accedere alle cure non può essere un privilegio, ma oggi lo è, ed è ciò contro cui si batte il Movimento Lilla" concludono rinnovando l'appuntamento al 9 novembre.

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