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Report indaga sulla Lega, 480 mila euro di fondi pubblici ad una barista per comunicazione social

Un’inchiesta di Report ha puntato i riflettori sui movimenti finanziari della Lega a Bergamo. Il partito di Matteo Salvini avrebbe versato 480mila euro di fondi pubblici ad una barista di Clusone, nella provincia bergamasca, per gestire una società legata all’ambiente della comunicazione nei social network. La donna è cognata di Alberto di Rubba, commercialista del Carroccio.
A cura di Annalisa Girardi
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Ieri sera, su Rai3, Report ha mandato in onda un'inchiesta in cui vengono indagati alcuni movimenti finanziari della Lega a Bergamo. Nel servizio, i giornalisti Luca Chianca e Alessia Marzi, sono andati più a fondo nella questione dei 49 milioni di euro di finanziamenti pubblici al partito, al tempo ancora denominato Lega Nord, e hanno concentrato la loro attenzione in un immobile di Bergamo che ospita la sede di alcune società gestire da Giulio Centemero, il tesoriere del Carroccio, Andrea Manzoni e Alberto di Rubba, i revisori contabili alla Camera e al Senato. In particolare, è finita sotto gli occhi dei giornalisti la vicenda di una barista di Clusone, un paese di circa 8 mila abitanti della provincia bergamasca, che a maggio dello scorso anno ha firmato un contratto per 480 mila euro con il gruppo parlamentare della Lega a palazzo Madama. Non si tratta di una barista qualsiasi: Vanessa Servalli è infatti la cognata di Alberto di Rubba.

Lo scorso 2 maggio 2018, racconta una fonte intervistata dal programma, ad appena due mesi dalle elezioni, Vanessa Servalli fonda una società, la Vadolive Srl, che si dovrebbe occupare di campagne pubblicitarie e altri servizi di promozione mediatica. "Dopo otto giorni, il gruppo parlamentare al Senato della Lega di Salvini sottoscrive con lei un contratto da 480 mila euro", racconta la fonte. "Teoricamente lo scopo sarebbe quello di comunicare le attività del gruppo sui canali social": ma Vanessa Servalli non lavora nel campo della comunicazione. Il giornalista di Report si è quindi recato nel suo bar a Clusone per farle qualche domanda, senza però ottenere risposte.

"Il contratto è stato interrotto dopo qualche mese, ma una parte dei soldi incassati dal gruppo della Lega sono poi stati girati ad alcuni membri dello staff del ministro Salvini, che però già all'epoca avrebbero dovuto avere un incarico fiduciario al ministero", ha continuato la fonte anonima. Il riferimento è ad una somma pari a circa 87 mila euro e fra i beneficiari ci sarebbe anche Luca Morisi, il consigliere social di Matteo Salvini.

L'indagine di Report non finisce con la vicenda della cognata di Alberto di Rubba. Lo studio aperto a Bergamo, secondo quanto emerso, sarebbe stato utilizzato per portare all'estero parte di quei 49 milioni di rimborsi elettorali ricevuti in modo irregolare dalla Lega. La procura di Genova proprio lì ha sequestrati numerosi documenti. È stato poi trovato un filo conduttore che collega le società bergamasche con un ufficio di commercialisti a Milano, dove il leader del Carroccio ha fatto registrare brevemente la sede del nuovo partito. In questa sede lavorerebbe anche un commercialista con interessi nella Lombardia Film Commission, che fino allo scorso anno sottostava proprio ad Alberto di Rubba.

La Lega querela Report

Giulio Centemero ha annunciato una querela contro la trasmissione: "La solita narrativa fatta di omissioni, imprecisioni e pure invenzioni, salvo poi specificare che probabilmente è tutto legale". Il conduttore di Report, Sigfrido Ranucci, ha replicato che si tratta di una questione di trasparenza per cui è necessario fare chiarezza su alcuni passaggi di denaro, "e alle nostre domande Centemero non vuole rispondere", ha aggiunto. Il giornalista ha poi chiesto: "Ci sono fatture che documentano che con quei soldi è stata svolta un'attività istituzionale per il gruppo e non propaganda politica che sarebbe vietato? E perché è stata utilizzata una società di comodo appositamente aperta otto giorni prima da una barista?". Sebbene il tesoriere della Lega non abbia risposto direttamente alle domande di Report, ha commentato: "Sono mesi che ho dato pubblicamente risposte, punto a punto, alle solite fesserie. Si vadano a vedere il mio blog, io non ho tempo di rispondere a chi non ha alcuna intenzione di ascoltare". Sulla vicenda sta indagando anche la procura di Genova, sotto la coordinazione del procuratore aggiunto Francesco Pinto.

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