159 CONDIVISIONI

Reddito di cittadinanza, arriva il sito fake satirico su cui (non) inviare la richiesta

Un sito fake per richiedere il reddito di cittadinanza: si tratta di una iniziativa a scopo satirico attraverso cui mettere in guardia gli utenti del web dal rischio riguardante la sicurezza informatica e l’acquisizione dei dati personali.
A cura di Stefano Rizzuti
159 CONDIVISIONI
Immagine

Dopo il modulo fake da compilare per accedere al reddito di cittadinanza, è arrivato anche il sito fake su cui richiedere il diritto ad accedere a quella che è stata una delle principali proposte elettorali del MoVimento 5 Stelle. A creare questo sito, con un chiaro e dichiarato intento satirico, è Ars Digitalia, una società di sviluppo software nata da un paio di anni. Il punto centrale dell’idea è quello di porre l’attenzione sulla sicurezza informatica e sull’acquisizione dei dati personali: “Prima di inviare un modulo con i vostri dati personali dovete controllare attentamente la fonte del sito che state compilando”, avvertono sul loro sito spiegando come è nata l’iniziativa.

L’idea è nata vedendo il modulo fake sul reddito di cittadinanza che circolava nei giorni successivi al voto del 4 marzo. Domenico Neto, di Ars Digitalia, spiega: “In quel modulo c’erano riferimenti ai dati personali e noi volevamo segnalare il pericolo per gli utenti. Così è nato un sito parodia con intento ironico-satirico, palesemente finto”. Così è stato creato il sito web “dove (non) potrete prenotare il vostro reddito di cittadinanza”. Il punto da cui si parte è che “la sicurezza passa dalla corretta informazione. Sapere che il governo non si è insediato e che quindi è impossibile richiedere qualcosa che è stata solo una proposta elettorale, e che quindi nessuno può sapere se vedrà mai la luce, è l’unico modo di distinguere una bufala dalla realtà”, spiegano gli sviluppatori del sito.

Guardando i social – afferma Neto – possiamo dire che siamo riusciti nel nostro intento, la maggior parte delle persone ha capito che era un fake, anche perché si vede subito che il nostro intento non era prendere in giro nessuno. C’è anche chi, in percentuale minore, non ha colto il senso”. È per esempio il caso di una ragazza svizzera che ha chiesto, attraverso Twitter, “se poteva accedere anche lei al reddito di cittadinanza”.

Il successo dell’iniziativa viene spiegato anche dai numeri: il sito redditodicittadinanza2018.it ha ricevuto più di 100mila visualizzazioni dall’11 marzo ad oggi (senza registrare alcun dato degli utenti che provano a compilare la domanda) e, di conseguenza, anche l’azienda (una società giovane che difficilmente attraverso il suo sito può raggiungere questi numeri) sta ricevendo maggiore pubblicità. Il progetto “può funzionare” per sensibilizzare gli utenti, secondo Neto: “Inoltre si è sviluppato non solo il discorso dell’inserimento dei dati personali ma anche quello sulle fake news”.

Come funziona il sito

Accedendo al portale emergono subito alcuni elementi che fanno capire che il sito è falso. Innanzitutto si legge in alto, in un logo, IMPS: Istituto mondiale provvidenza solare. C’è poi una parte più seria, nella quale si spiega cos’è il reddito di cittadinanza (con una spiegazione credibile solamente nelle prime righe). All’utente viene poi fornita qualche informazione per scoprire chi ha diritto al reddito di cittadinanza. E qui gli elementi ‘fake’ sono ancora più evidenti: viene fornita una distinzione sul reddito mensile in base al fatto che si è cittadini italiani, immigrati regolari o immigrati non regolari e celiaci (questi ultimi avrebbero accesso a una quota mensile maggiore). Nel sito, inoltre, c'è anche la versione per immigrati, con testo riportato in un italiano decisamente sgrammaticato (e senza possibilità di tornare indietro).

A questo punto si può anche compilare il modulo di richiesta, inserendo alcuni dati personali come nome, indirizzo mail, numero di telefono, codice fiscale, indirizzo di residenza e impiego. Una volta inviata la richiesta il sito chiederà di condividere su Facebook un post per ricevere un reddito maggiorato del 10%. A quel punto si dovranno inserire di nuovo le informazioni, ma stavolta il sito lo renderà un compito praticamente impossibile, cambiando le lettere durante la scrittura, facendo ‘sparire’ il tasto per inoltrare la richiesta. E continuando a insistere l’unico risultato che si può ottenere è quello di vedere il sito completamente sottosopra e con tutti i riquadri che saltano qua e là in ordine sparso nella pagina web.

Immagine

Il messaggio finale che i realizzatori del sito vogliono lanciare, ironizzando su varie proposte politiche della campagna elettorale (basti pensare alla questione immigrazione) è: “Diffidate sempre di tutte le fonti non ufficiali dello Stato e assicuratevi di essere informati”.

159 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views