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Perché i buoni pasto Qui! Ticket non vengono più accettati da bar, negozi e ristoranti

Il caso dei buoni pasto della genovese Qui! Group è diventato una questione nazionale: riguarda ormai Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta, Lombardia, Lazio e Campania. 250 lavoratori della società di ticket restaurant a rischio.
A cura di Annalisa Cangemi
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Da mesi molti i lavoratori di molte aziende hanno lanciato l'allarme: non riescono a scambiare i buoni pasto Qui! Ticket. Una questione non da poco: proprio per i mancati rimborsi da parte della genovese Qui! Group, uno dei colossi del ramo, che fornisce i buoni pasto a 900 mila dipendenti pubblici, in molti sono stati costretti a rescindere i contratti, trovandosi ad accumulare crediti anche di diverse migliaia di euro. La società ha difficoltà a pagare le fatture ai commercianti a causa di una crisi di liquidità che sta attraversando, e che interessa in generale tutto il settore dei ticket restaurant. Come ha ribadito a Fanpage.it il segretario dell'Appe (Associazione Provinciale Pubblici Esercizi): "Posso confermare che ormai i ticket sono diventati una vera e propria piaga per i bar, che devono sottostare a pesantissime commissioni, tempi di pagamento lunghi, continui aumenti dei costi di gestione (canoni degli apparecchi POS, canoni di rinnovo annuale dei contratti, ecc.). Sono sempre più numerosi, infatti, i baristi che cominciano a non ritirare più i buoni pasto, preferendo perdere i clienti piuttosto che accettare i ticket". Il problema ormai ha assunto una rilevanza nazionale: a cascata si è abbattuto su Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta, Lombardia, Lazio e Campania.

I lavoratori possiedono ancora i buoni non spesi, che sarebbero ancora validi. Ma ormai bar e ristoranti non si fidano più, e si rifiutano di incassarli. Ieri il consiglio comunale di Genova ha votato un ordine del giorno per impegnare la Regione ad aprire un tavolo di confronto tra Istituzioni, sindacati e azienda dopo, che Consip, la centrale d'acquisto della Pubblica amministrazione, che dipende dal Mef, ha deciso di sospendere la convenzione "per reiterato, grave e rilevante inadempimento delle obbligazioni contrattuali". Adesso sarebbero a rischio 250 dipendenti della Qui! Group.

In Piemonte la pratica di pagare con i buoni pasto è stata sospesa già nella grande distribuzione: Nova Coop è stata l’ultima cooperativa a interrompere il pagamento con i ticket, lo scorso 9 luglio. Come ha riportato La Stampa, a Torino l'Epat, l'associazione che riunisce i gestori di bar e ristoranti, ha difeso gli interessi dei negozianti: "Tra mancati pagamenti e ritardi qualcuno aveva già iniziato a bloccarli. Ora, non vedo perché dobbiamo prendere un buono che sappiamo benissimo non verrà pagato" – ha detto Paolo Troccoli vicepresidente Epat Torino – "Fino a che non sarà il risolto il problema del pagamento delle fatture arretrate, gli esercenti Epat non garantiranno il servizio".  E intanto il Comune si è attrezzato per rimborsare i pasti (fino a 7 euro) ai dipendenti che presenteranno lo scontrino.

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