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Processo Concordia, Schettino condannato a 16 anni

Francesco Schettino condannato dai giudici del tribunale di Grosseto per il disastro della Costa Concordia. L’ex comandante si commuove in aula: “Quel 13 gennaio sono morto in parte anche io”.
A cura di Susanna Picone
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UPDATE Ore 20.05 – L'ex comandante della Costa Concordia, Francesco Schettino, condannato
dai giudici del Tribunale di Grosseto a 16 anni e un mese di reclusione per il disastro del Giglio. Schettino, che ha parlato prima della camera di consiglio, non era in Aula al momento della lettura della sentenza. Schettino inoltre è stato interdetto in perpetuo dai pubblici uffici e dichiarato decaduto e interdetto  per 5 anni come comandante di nave. La condanna a Schettino si compone di 5 anni per il reato di disastro colposo, 10 anni per gli omicidi plurimi colposi e 1 anno per il reato di abbandono di persone minori o incapaci. Per Schettino escluse alcune aggravanti chieste dalla Procura come l'aggravante del naufragio colposo e l'aggravante della colpa cosciente per gli omicidi plurimi colposi, ma prevista la condanna al risarcimento dei danni di diverse persone ed enti che si sono costituiti parti civili durante il processo a suo carico. In particolare il Tribunale ha stabilito, a titolo di provvisionale, i danni che Schettino dovrà rifondere, in solido con Costa Crociere, ai familiari delle vittime e i passeggeri naufraghi della Costa Concordia, al ministero dell'Ambiente, alla Regione Toscana, all'Isola del Giglio, alla Presidenza del Consiglio e alla Protezione civile. Per l'uomo di Meta di Sorrento la Procura di Grosseto aveva chiesto 26 anni e 3 mesi, mentre la difesa solo pochi mesi per naufragio e false comunicazioni. Finisce così, dopo quasi tre anni, il processo per il naufragio della Costa Concordia avvenuto il 13 gennaio del 2012 sulle coste dell’Isola del Giglio causando la morte di 32 persone.
Schettino comunque rimane libero in attesa dell'appello, per l'ex comandante infatti non è stata imposta nessuna misura cautelare da parte dei giudici che hanno negato anche il ritiro del passaporto per il divieto di espatrio. "Siamo totalmente soddisfatti, i giudici hanno deciso per un completo accoglimento del nostro impianto accusatorio confermando tutti i reati per l'imputato" hanno dichiarato a caldo i pm Maria Navarro, Alessandro Leopizzi e Stefano Pizzi dopo la sentenza. Del parere opposto ovviamente i legali di Schettino. "Non siamo affatto soddisfatti della sentenza, la leggeremo e poi faremo ricorso" ha annunciato l'avvocato Donato Laino, aggiungendo: "Ci lascia perplessi il riconoscimento da parte del Tribunale del reato di abbandono della nave che noi ritenevamo inesistente. Questo reato è infamante per il nostro assistito". "È una sentenza dura ma essere riusciti quasi a dimezzare le richieste esagerate della Procura forse restituisce un po’ di onore a Schettino" ha dichiarato invece l'altro legale,  l’avvocato Domenico Pepe. "Combatterò sempre per dimostrare che io non ho abbandonato la Costa Concordia. Quanto al resto, aspetto di leggere le motivazioni della sentenza", questo il primo commento di Francesco Schettino che si dice deluso per la conferma del reato di abbandono della nave nella sentenza che lo condanna per il disastro del Giglio.

 

Ore 12.15 – Schettino parla in aula e si commuove. Francesco Schettino ha deciso di parlare in aula a Grosseto ai giudici che ora si riuniranno in camera di consiglio per arrivare alla sentenza del processo Costa Concordia. L’imputato, che ha concluso il suo breve intervento commuovendosi e piangendo, ha detto di essere in parte morto insieme alle 32 vittime del naufragio del 13 gennaio 2012. “Non è vero che non ho chiesto scusa, ma il dolore non va esibito per strumentalizzarlo”, ha detto Schettino. Secondo l’ex comandante si è voluto accusare soltanto lui. “Per tre anni sono stato in un tritacarne mediatico. Rende difficile definire vita quello che sto vivendo, anche il mio isolamento processuale, tutto è stato distorto. Potrei fare diversi riferimenti, uno per esempio: ieri mi sono allontanato dall'aula per fare un'iniezione di antibiotico – ha raccontato – e la prima agenzia italiana diceva che mi sono allontanato dall'aula per un gesto di stizza”. Quando Schettino ha iniziato a parlare di “momenti di dolore che ho condiviso coi naufraghi a casa mia”, si è commosso e poi interrotto dicendo che “non voleva questo”.

Prima di Schettino ha parlato il suo avvocato Domenico Pepe, che ha descritto l’imputato come “la peggiore vittima di questa vicenda”. “È possibile che non ci si renda conto che costui in questi tre anni ha subito di tutto, ha sofferto come nessun altro mortale”, ha detto l’avvocato, che ha continuato: “È stato mortificato, dileggiato, offeso, ingiuriato in udienza, perseguitato dalla stampa e dalle forze dell'ordine”. “Il comandante Schettino – ha proseguito il suo avvocato – non si può muovere, non può andare al ristorante. Qui a Grosseto ci siamo dovuti nascondere sperando di non essere visti. In questi tre anni è come se avesse subito 30 anni di carcere”. “Se è responsabile lo si condanni, ma non dileggiamolo”, ha aggiunto ancora il difensore che ha definito quelli del pubblico ministero “voli pindarici”.

Schettino parlerà dopo la sentenza

“Per favore, ora preferisco non commentare. Ma dopo che avrò ascoltato la sentenza del tribunale, parlerò io”: a pronunciare queste parole ieri, in una pausa del processo al Teatro Moderno di Grosseto, è stato l’ex comandante della nave Costa Concordia Francesco Schettino. Unico imputato nel processo per il naufragio all’isola del Giglio, Schettino (che è accusato di omicidio colposo plurimo, lesioni colpose, naufragio colposo, abbandono di nave, abbandono di persone incapaci e omessa comunicazione con l’autorità marittima) presto conoscerà il suo destino. Potrebbe arrivare già stasera la sentenza di primo grado nel processo Costa Concordia e non è escluso che Schettino possa tenere dopo un incontro con la stampa. L’imputato all’Ansa ha anche assicurato che sarà presente in aula per ascoltare la sentenza del tribunale.

Schettino lascia l’aula mentre parla il pm

Nella giornata di ieri le ultime battute del processo in corso a Grosseto. Dopo la difesa dell’imputato (l’avvocato Domenico Pepe ha chiesto l’assoluzione e l’altro legale, Donato Laino, ha chiesto al tribunale di rigettare la richiesta di ordinanza cautelare del pubblico ministero) c’è stata la replica dell’accusa. Replica durante la quale l’ex comandante Schettino ha reagito lasciando l’aula per alcuni minuti. L’imputato si è infatti assentato momentaneamente dall'udienza mentre parlava il pm Alessandro Leopizzi, che a fine gennaio ha chiesto 26 anni di prigione e l'incarcerazione per evitare qualsiasi pericolo di fuga dell’ex comandante. Schettino ha precisato che contrariamente all’interpretazione dei media di essersi allontanato con un presunto gesto di stizza, si è alzato perché doveva effettuare un’iniezione di antibiotico a causa della febbre.

Le ultime battute del processo Concordia

Il pm ha definito “maldestro” il tentativo, all'epoca, dei difensori di Schettino di proporre il patteggiamento alla procura: “Ce lo dissero all'udienza preliminare in corso mentre il giudice Molino stava intervenendo” e “per tre anni e mezzo” di condanna. E ha anche respinto al mittente l'accusa di aver cancellato le prove, anche questa fatta dalla difesa nell'arringa: “Le prove sono tutte agli atti – ha detto il pm Leopizzi – Forse la difesa si voleva riferire alla valutazione che se ne fa”. Leopizzi ha inoltre criticato l'accusa di ghettizzazione che la difesa di Schettino aveva fatto nella sua arringa.

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