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Processo Concordia, il pm: “Condannate Schettino a 26 anni”

Nella sua arringa il pubblico ministero ha definito il comandante Schettino un “abile idiota che somma all’incauto ottimismo la sopravvalutazione della proprie capacità”.
A cura di Davide Falcioni
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Aggiornamento 16.45 – Donato Laino, legale di Francesco Schettino, ha commentato le richieste del pubblico ministero nei confronti dell'ex comandante della Costa Concordia: "Quasi l’ergastolo, manco Pacciani. Siamo rimasti tutti quanti sorpresi, anche se sulla pena avevamo delle avvisaglie. Ma il fatto che a distanza di tre anni si vada a chiedere l’arresto dopo che nel 2012 la Cassazione ha respinto la stessa richiesta degli stessi pm è la ciliegina sulla torta. Il rischio di fuga è inesistente. Come è possibile che si ripropongano le stesse cose? Le esigenze sono identiche".

UPDATE: La Procura di Grosseto ha chiesto una pesante condanna nei confronti dell'ex comandante della Costa Concordia Francesco Schettino: 9 anni per naufragio colposo, 14 per omicidio e lesioni colpose plurime, 3 per abbandono nave, 3 mesi per mancata comunicazione alle autorità. E ancora: interdizione perpetua dai pubblici uffici, interdizione legale per la durata della pena e arresto immediato in caso di condanna in primo grado.

Il pubblico ministero del processo sul disastro della Costa Concordia non usa mezzi termini e, nei confronti del comandante Schettino, dice che si tratta di "un incauto ottimista, un abile idiota che somma all’incauto ottimismo la sopravvalutazione della proprie capacità". Il pm Stefano Pizza definisce il comandante un "bicefalo" nel descrivere l'aggravante della "colpa cosciente". E' un passaggio del processo in corso al Cinema Moderno di Grosseto, con l'accusa che si avvia alla richiesta della pena nei confronti del comandante Schettino, unico imputato per il naufragio della nave.

Il pubblico ministero nella sua arringa ha illustrato le inadempiente e violazioni commesse dal comandante. Secondo l'accusa la sera del 13 gennaio 2012 Francesco Schettino utilizzò carte inadeguate arrivando anche in ritardo sulla plancia di comando. La Costa Concordia avrebbe dovuto navigare con un sistema di vedetta rinforzato nelle ore notturne, mentre la nave viaggiava a velocità eccessiva. Secondo il pm Pizza l'ufficiale avrebbe impartito ordini confusi ed inadeguati, come nel caso delle indicazioni fornite al timoniere, senza indicare tempi precisi. Schettino inoltre sarebbe arrivato in plancia in ritardo, accompagnato da persone estranee, non avrebbe controllato la rotta e omesso di pianificarne una nuova. Il comandante, quindi, non avrebbe messo in atto le procedure previste, affidandosi, invece, all’intuito e all’improvvisazione.

Secondo la Procura Schettino è "prossimo al maximum di legge" in merito alla gravità del reato. Negativa anche la condotta processuale del comandante: "Chiunque nella sua situazione si sarebbe presentato con il capo cosparso di cenere e avrebbe chiesto scusa. Invece Schettino ha mentito ripetutamente e spuratamente, ha scaricato responsabilità, ha offerto interviste con la sua versione, ha addirittura tenuto una lezione organizzata da un professore della Sapienza pensate un po' sulla gestione del panico, ha pensato solo e soltanto a sé stesso. Non ha mostrato alcun segno di resipiscenza". No – quindi – alle attenuanti generiche né al riconoscimento delle straordinarie circostanze in cui si è trovato ad agire perché la responsabilità è "tutta ascrivibile all'imputato, ha creato lui le circostanze". "Dio abbia pietà di Schettino perché di certo noi non ne possiamo avere alcuna", ha concluso il pm.

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