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Polizia risponde a Saviano: “Serviamo Paese non politica, che pena leggere questi commenti”

La polizia di Stato risponde polemicamente in un tweet a Roberto Saviano: “La polizia di Stato serve il Paese e non è piegata ad alcun interesse di parte. Chi sbaglia paga nelle forme prescritte dalla legge. Che pena leggere commenti affrettati e ingenerosi per dispute politiche o per regolare conti personali”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Una discussione su Twitter, con una risposta singolare. É quella della polizia di Stato che dal suo account ufficiale ha replicato allo scrittore Roberto Saviano e alla polemica sollevata dallo stesso giornalista sui fatti di Casal Bruciato, a Roma. Sotto un tweet di Saviano, la polizia scrive: “La polizia di Stato serve il Paese e non è piegata ad alcun interesse di parte. Chi sbaglia paga nelle forme prescritte dalla legge. Che pena leggere commenti affrettati e ingenerosi per dispute politiche o per regolare conti personali”. La risposta è a quanto scritto da Saviano attaccando il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, sia in riferimento ai fatti di Casal Bruciato che, apparentemente, ad altri episodi.

Sul suo account Twitter Saviano aveva scritto: “Parole ambigue dal #ministrodellamalavita su Casal Bruciato per non indispettire i cani feroci di CasaPound che minacciano donne e bambini. E la polizia di Stato, che sequestra striscioni e telefonini, ridotta a servizio d’ordine per la campagna elettorale di un partito. Che pena”. A rispondere a Saviano arriva anche la leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, che su Facebook scrive: "Che pena sentire un chiacchierone mitomane come Saviano che non ha mai fatto nulla di concreto contro la malavita, insultare chi combatte ogni giorno i criminali rischiando la propria vita. ‬Io sto con la Polizia di Stato".

Saviano aveva espresso il suo pensiero, con un post più lungo, anche su Facebook:

Le parole del #MinistrodellaMalaVita sui fatti di Casal Bruciato sono troppo ambigue. Si ha l'impressione che cerchi di non indispettire i cani feroci di CasaPound, che oramai sentono di non avere limiti: squadristi che minacciano donne e bambini che sono nel loro pieno diritto, ma "colpevoli di etnia diversa".

Cosa crede, Ministro, che le sue simpatie e frequentazioni, la sua indulgenza nei confronti di CasaPound a Roma non abbiano conseguenze? Quando qualcosa accadrà – poiché è chiaro che a Roma si sta preparando il terreno perché qualcosa accada: è inconcepibile l'aggressione subita oggi dalla Sindaca Raggi – noi sapremo chi sarà il responsabile politico.

Ma una riflessione merita anche la condizione nella quale il Ministro ha ridotto la Polizia di Stato. Un servizio d'ordine a disposizione della campagna elettorale di un partito. Uomini costretti a sequestrare striscioni a persone anziane, a sequestrare telefonini che turbano la grave forma di selfite del Ministro. Che pena.

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