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Opinioni

Vi spiego perché Silvia Romano vale molto più del denaro speso per salvarla

Mi rivolgo a voi, cari odiatori della rete, insultatori professionisti, disumani a piede libero: togliete i vostri artigli dalla carne viva di Silvia Romano. Siete stati infastiditi dal suo abbigliamento, dal suo sorriso, dai suoi abbracci ai familiari dopo 18 mesi di rapimento. Non avete sopportato che il denaro valga sempre meno della vita di una persona.
A cura di Saverio Tommasi
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Silvia Romano
Silvia Romano

Cari odiatori, hater, vigliacchetti con la tastiera in mano,
non avete sopportato di vederla scendere dall'aereo vestita come una donna somala, islamica. Spiegatecelo voi, il dress code che deve avere una donna rapita.
Se aveste visto i capelli sarebbe stata ok?
Doveva indossare i jeans? Jeans larghi a zampa di elefante anni 70 oppure più stretti, le volevate vedere la forma del culo? In quel caso sarebbe andata bene oppure troppo per una ragazza tornata da 18 mesi di rapimento? Ditecelo voi come si deve vestire una donna, dai.

Non vi è andato bene che sorridesse scesa da quell'aereo, abbracciando la mamma, la sorella, il babbo. Ditecelo voi il sentimento che bisogna provare in quei momenti, voi che sapete tutto, voi che la vita l'avete vissuta fra il biliardino, il calcetto e una bestemmia.
Avrebbe dovuto piangere Silvia Romano? Quanto piangere? Del tipo inconsolabile, o smettere quando il presidente del Consiglio la salutava?

L'avete attaccata alle caviglie come dei cinghiali insultandola perché ha detto di essersi convertita musulmana. E allora? I musulmani italiani rapiti non si liberano più? Avremmo dovuto lasciarla morire in mano ai terroristi in base alla sua religione? Perché questo, di solito, è esattamente quello che fanno i terroristi, distinguere le persone in base alla religione e scegliere chi salvare e chi no. I terroristi però lo fanno, non le persone democratiche.
Ecco, islamica no, ma sono curioso. Buddista sarebbe andata bene? Atea? Agnostica? Cattolica? Perché anche Hitler era cattolico e battezzato, e lo era pure Cristo, per dire che la religione a cui si appartiene non è mai un buon metro di giudizio per distinguere chi salvare e chi no.

Vi siete inventati una cifra riguardante il riscatto e senza nessuna conferma l'avete spalmata sui social e gridato che era troppo alta. Ditecelo voi allora quale sarebbe stata la cifra giusta da pagare. Quanto vale la salvezza della vita di una persona secondo voi? Una cena in pizzeria? Un menù fisso di Sushi? 100 euro? Sarebbero andate bene? 1000 euro? Se avessero chiesto 5000 euro per lasciare viva Silvia Romano. Fatemi capire quanto sareste disposti a spendere delle tasse che almeno spero paghiate ma dubito molto?

Cari odiatori, hater, vigliacchetti con la tastiera in mano, togliete i vostri artigli dalla carne viva di Silvia Romano.
E scusatemi se non mi commuovo di fronte alle Frecce tricolori, perdonatemi se l'azzurro Savoia non mi eccita, chiedo venia se il concetto di Patria utilizzato per escludere chi non è nato qui mi procura le bolle e l'irritazione morale.

Ma la verità è che io al mio Paese tengo più di voi. Io festeggio quando una persona, una donna, un'italiana, viene liberata dal giogo terrorista e riportata a casa. Esulto perché l'intelligence italiana ha saputo fare il suo lavoro, esulto perché una ragazza che è partita per regalare sorrisi in luoghi dove sorrisi ce ne sono pochi, è viva.

Qualsiasi cosa dica o faccia Silvia Romano oggi non può essere giudicata senza tenere presente quello che ha passato. Non vi chiedo di mettervi nei suoi panni, perché non siete in grado neanche di vivere nei vostri di semplici esseri umani.
Dovremmo semplicemente comprendere che il suo rapimento non è finito e che ogni insulto, ogni violenza nelle parole e nei fatti, sta dando nutrimento al suo continuum.

In Inghilterra a chi disse che il sussidio di disoccupazione stava rovinando il Paese, Charlie Chaplin rispose che senza il sussidio di disoccupazione non ci sarebbe stato neanche il Paese.
Io credo che senza un impegno dell'Italia a riportare sempre a casa le sue figlie e i suoi figli, compresi quelli ancora oggi nelle mani dei rapitori, non ci sarebbe l'Italia.

Viva l'Italia, viva Silvia Romano!

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Sono giornalista e video reporter. Realizzo reportage e documentari in forma breve, in Italia e all'estero. Scrivo libri, quando capita. Il più recente è "Siate ribelli. Praticate gentilezza". Ho sposato Fanpage.it, ed è un matrimonio felice. Racconto storie di umanità varia, mi piace incrociare le fragilità umane, senza pietismo e ribaltando il tavolo degli stereotipi. Per farlo uso le parole e le immagini. Mi nutro di video e respiro. Tutti i miei video li trovate sul canale Youmedia personale.
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