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Covid 19

Vaccino Covid in Gran Bretagna, Salvini: “Perché a Londra già efficace e in Italia no?”

Il leader della Lega, Matteo Salvini, attacca l’Ue e il governo italiano dopo la notizia che la Gran Bretagna inizierà a somministrare il vaccino Pfizer ai suoi cittadini già dalla prossima settimana: “O il vaccino della Pfizer funziona a Londra e non a Roma o altrimenti c’è qualcosa che non va”.
A cura di Stefano Rizzuti
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La Gran Bretagna ha annunciato che comincerà a vaccinare i suoi cittadini già dalla prossima settimana, grazie al vaccino anti-Covid di Pfizer. Notizia che porta con sé dubbi e perplessità, soprattutto in Europa. Ma anche entusiasmo e critiche in Italia, come dimostrano le parole pronunciate nell’Aula del Senato da Matteo Salvini, leader della Lega: “In Gran Bretagna cominciano a vaccinare settimana prossima, due mesi prima di noi. Ci dicevano che l'uscita dall'Ue sarebbe stata la fine di quel paese… La riunione di urgenza a Bruxelles sui vaccini è stata convocata per il 29 dicembre”.

Salvini critica Ue su vaccino Gran Bretagna

Per Salvini “o il vaccino della Pfizer funziona a Londra e non a Roma o altrimenti c’è qualcosa che non va”. Il leader leghista aggiunge: “Anche in Turchia partono settimana prossima con il vaccino che arriva dalla Cina, serve chiarezza, non è possibile che il Paese che ha contagiato il resto del mondo poi faccia business curando il mondo che ha contagiato”. Nella polemica si inserisce anche il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia: “Sul fronte vaccini l'Europa non fa una bella figura: la Gran Bretagna sta già vaccinando, e se la grande Europa arriva dopo un Paese che non è più in Europa allora qualcosa no va. Noi stiamo arrivando da europei da ‘buoni ultimi’”.

Perché il vaccino arriverà prima a Londra che in Ue

Dall’Ema vengono espresse molte perplessità sulla decisione della Gran Bretagna. Fonti dell’Agenzia europea per i medicinali, che deve approvare i vaccini anti-Covid per l’Ue, ha fatto sapere che la procedura di approvazione è più lunga e più appropriata poiché si base su più prove e richiede più controlli rispetto alla procedura emergenziale a cui ha deciso di ricorrere Londra. Anche Guido Rasi, ex direttore esecutivo dell’Agenzia europea del farmaco, ritiene che il passo della Gran Bretagna è “sostanzialmente politico” e “ininfluente sulla procedura Ema”. L’Ue si esprimerà, infatti, entro il 29 dicembre.

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