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Ucraina, Fitto dice che l’uso dei fondi Pnrr per produrre armi da inviare a Kiev non è in programma

Il ministro Fitto, durante il question time al Senato, a proposito del regolamento della Commissione Ue per la produzione di munizioni (piano Asap) su cui il Parlamento Ue si è espresso, ha detto che “l’utilizzo dei fondi del Pnrr per acquistare armi e munizioni da inviare a Kiev per quanto riguarda questo governo, non è n alcun modo all’ordine del giorno”.
A cura di Annalisa Cangemi
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AGGIORNAMENTO: Il ministro per gli Affari europei e il Pnrr, Raffaele Fitto, ha risposto a un'interrogazione parlamentare del Pd a proposito del voto di questa mattina al Parlamento Ue, che ha approvato il mandato negoziale per rafforzare la produzione di armamenti, con 446 voti favorevoli, 67 contrari e 112 astensioni. Nel regolamento Asap è contenuta anche una norma che consente agli Stati membri di spostare i fondi europei dai programmi di spesa sociali e dello stesso Pnrr per destinarli a nuove forniture di armi all'Ucraina.

Il Partito Democratico si è spaccato sul voto, dopo che nessun emendamento presentato dal gruppo dei Socialisti e democratici è stato approvato. Gli eurodeputato dem chiedevano di non utilizzare i fondi del Pnrr e della politica di coesione per finanziare le armi, così come aveva chiesto la segretaria Elly Schlein. Nonostante la bocciatura delle proposte di modifica la maggioranza della delegazione ha votato insieme al resto del gruppo dei Socialisti e democratici. In dieci hanno votato sì: il capo delegazione Brando Benifei, Mercedes Bresso, Beatrice Covassi, Paolo De Castro, Elisabetta Gualmini, Pina Picierno, Daniela Rondinelli, Irene Tinagli, Alessandra Moretti, Patrizia Toia.

In quattro, invece, si sono astenuti: Piero Bartolo, Camilla Laureti, Franco Roberti e Achille Variati. L'unico voto contrario è arrivato da Massimiliano Smeriglio, che è è stato eletto nelle file del Pd, ma non è iscritto al partito e fa parte della delegazione da indipendente.

"Sulla questione relativa al regolamento della Commissione Ue per la produzione di munizioni (piano Asap) su cui il Parlamento Ue si è espresso, ho già detto che il sostegno non è in discussione". Ma"l'utilizzo dei fondi del Pnrr per acquistare armi e munizioni da inviare a Kiev per quanto riguarda questo governo, non è n alcun modo all'ordine del giorno", ha chiarito il ministro degli Affari Ue, Raffaele Fitto, durante il question time in aula al Senato rispondendo a un’interrogazione del Pd sulla revisione del Pnrr italiano e la sua integrazione con misure inerenti al programma RepowerEU.

Fitto si è espresso anche sulle tensioni con la Corte dei Conti, dopo che il governo, con un emendamento al decreto Pa (appena approvato nelle commissioni Affari Costituzionali e Lavoro della Camera) ha escluso il controllo concomitante sulle spese del Pnrr da parte della magistratura. Su questo punto il membro dell'esecutivo ha spiegato che il controllo della Corte sul Pnrr sarà ex post, non in itinere.

Sullo scudo erariale, che il governo Meloni intende prorogare, Fitto ha detto che"è una risposta transitoria e parziale rispetto alla più ampia esigenza di un intervento di riforma in materia di responsabilità amministrativa e contabile". Il ministro ha anche ricordato che "i limiti alla responsabilità erariale per le condotte omissive ai soli casi di dolo" sono stati introdotti dal dl 2020 "dal governo Conte per favorire la ripresa economica post Covid", e poi sono state prorogate (al 30 giugno 2023) "da Draghi per favorire attuazione del Pnrr". 

"Quanto all'attività di controllo della Corte dei conti in materia di Piano nazionale di ripresa e resilienza, evidenzio – ha sottolineato Fitto, come già fatto ieri al termine della cabina di regiache il controllo concomitante della Corte è stato previsto dall'articolo 11 della legge n. 15 del 2009 ed è rimasto inattuato per oltre un decennio, ovvero fino alla decisione assunta con la legge n. 76 del 2020. Dunque, la previsione del controllo concomitante non nasce per il Pnrr, che all'epoca neppure esisteva. Relativamente al Pnrr, invece, la disciplina specifica sul controllo della Corte dei conti è da trovarsi nell'articolo 7 del decreto-legge n. 77 approvato durante il Governo Draghi".

"In particolare – ha concluso il ministro –, detta disposizione affida alla Corte dei conti il controllo dei fondi del Pnrr nella modalità del controllo successivo sulla gestione e non del controllo concomitante. In attuazione dell'articolo 22 della legge n. 76, il Consiglio di Presidenza della Corte dei conti ha varato un'organizzazione del Collegio del controllo concomitante presso la sezione del controllo successivo della gestione delle amministrazioni centrali dello Stato. Tale delibera istituiva questo organismo senza far riferimento alla legge n. 77 del 2001″.

Boccia (Pd): "Non bastano rassicurazioni di Fitto, vogliamo voto"

"Le rassicurazioni del ministro Fitto oggi nell'Aula del Senato nel corso del question time non ci rassicurano, perché i gruppi della destra nel Parlamento europeo hanno votato contro gli emendamenti presentati dalla delegazione italiana del Pse che prevedevano espressamente l'eliminazione della possibilità di utilizzo, attraverso fondi Pnrr, di risorse per l'acquisto di armi e munizioni. Questi emendamenti, caro ministro Fitto, sono stati respinti e affossati dai suoi colleghi dal PE, perché i deputati Conservatori, di Democrazia e Identità e del Ppe hanno votato contro. Noi possiamo anche fidarci della parola del ministro, ma nella plenaria del Parlamento europeo è andata in scena un'azione opposta alle dichiarazioni di Fitto nell'Aula del Senato. Ricordo a tutti noi che abbiamo ottenuto il Pnrr per superare le disuguaglianze e i divari tra generazioni, generi e territoriali e per investire su scuola, sanità, trasporti, transizione ecologica e sociale e inclusione sociale. È quindi per noi necessario arrivare ad un voto in Aula su un atto di indirizzo che trasformi l'impegno assunto oggi dal ministro Fitto in atti non più reversibili", ha detto in Aula il senatore Francesco Boccia, presidente del gruppo del Pd al Senato.

Il parlamentare dem ha anche sottolineato: "Prendiamo inoltre atto che su RepowerEu non c'è ancora alcuna richiesta ufficiale di revisione da parte del governo della destra, mentre nel dibattito italiano questa richiesta c'è stata e il Pd chiede da settimane i dettagli dei progetti modificati. Torneremo anche su questo perché abbiamo chiesto di confrontarci in Aula con un specifico atto di indirizzo". 

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