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Terza dose, i medici la chiedono per tutto il personale sanitario: il piano delle somministrazioni

Il presidente di Fnomceo racconta la rabbia dei medici per la decisione del Comitato tecnico scientifico di dare la priorità per ricevere la terza dose di vaccino contro il Covid al personale sanitario più esposto a rischi. Si dovrebbe procedere per età e reparto in cui si lavora, ma Anelli protesta: “Tutta la professione è esposta”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Le somministrazioni della terza dose di vaccino – o dose booster, a seconda dei casi – sono cominciate da qualche giorno, ma già infuria la polemica sulle priorità decise da Aifa prima e dal Comitato tecnico scientifico poi. A pochi giorni dal via libera del Cts, i più arrabbiati sono i medici e, in generale, il personale sanitario. Per la somministrazione della terza dose gli esperti hanno deciso di dare priorità a immunodepressi, trapiantati e fragili, poi a over 80, residenti nelle Rsa e – appunto – il personale sanitario considerato a rischio. Ma è proprio su questa definizione di rischio che già da ieri è intervenuto il presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi, Filippo Anelli, per raccontare il malcontento che serpeggia tra i sanitari.

In queste ore i medici "si chiedono cosa si intende per rischio", spiega Anelli al Corriere, scorrendo le chat dei sanitari. Il presidente di Fnomceo chiede che ci sia uniformità, perché tutto il personale sanitario deve essere considerato a rischio: "Infettivologi, oculisti, medici di famiglia, operatori del pronto soccorso che lavorano in un porto di mare sono tutti uguali, niente distinzioni, hanno il diritto di essere difesi nella professione – continua – Se ci mettono dietro i cittadini fragili va anche bene, purché quando tocca a noi non si faccia il tu sì tu no".

Anche perché, in tutto ciò, non è ancora chiaro quale sia il piano delle somministrazioni, né cosa significhi nella pratica il rischio più o meno elevato corso da un medico: dovrebbe riguardare sia il reparto in cui lavora, la mansione che svolge, ma anche l'età e i fattori di rischio personali per quanto riguarda la sua salute. Anelli lo dice chiaramente: "Tutta la professione è esposta". E aggiunge: "Non voglio fare polemiche, vorremmo soltanto continuare a lavorare in serenità".

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