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Tav, Beppe Grillo giustifica il M5s: “Non avere i voti per fermarla non vuol dire tradire”

Il fondatore del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo, interviene sul voto alle mozioni riguardanti la Tav che si è tenuto oggi al Senato. E lo fa rivolgendosi a uno dei leader del movimento no-Tav, Alberto Perino. Spiegando che quello del M5s non è stato un tradimento: “Non avere la forza numerica per bloccare l’inutile piramide non significa essersi schierati dalla parte di chi la sostiene”.
A cura di Stefano Rizzuti
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La votazione delle mozioni pro-Tav e no-Tav al Senato ha scatenato le opposizioni e, soprattutto, lo scontro all’interno della maggioranza tra Movimento 5 Stelle e Lega. La questione alta velocità, d’altronde, è un tema caro al M5s e su cui i pentastellati hanno combattuto per anni, con il loro fondatore Beppe Grillo sempre in prima linea insieme ai no-Tav. Così non poteva mancare il suo commento dopo la votazione delle mozioni al Senato, arrivato su Facebook e rivolto personalmente ad Alberto Perino, uno dei leader del movimento contrario all’alta velocità. Il messaggio di Grillo inizia con un’esclamazione eloquente: “Perinone!”.

Beppe Grillo si rivolge a Perino e dice: “La pacatezza ostentata non cambia il senso alle parole che ha usato: tradimento. Il MoVimento vi ha tradito, ha tradito la Val di Susa, il Movimento No TAV e sopratutto tradito e deluso Alberto Perino. Tradire, anche se non è un termine di moda, significa qualcosa come passare dalla parte dell’avversario. La sua è una pacatezza ipocrita che fa l’occhiolino a chi si è dimenticato cosa significhi quella parola”.

Il fondatore del M5s spiega le motivazioni dei 5 Stelle, difendendo (indirettamente) quanto fatto dai rappresentanti pentastellati: “Non avere la forza numerica per bloccare l’inutile piramide non significa essersi schierati dalla parte di chi la sostiene. Il mainframe che vuole la TAV come feticcio di un sole dell’avvenire lo conosco bene, ma non avrei mai immaginato che lei avrebbe provincializzato, anche cerebralmente, la lotta contro queste opere inutili e dannose. In Val di Susa ho rimediato un candelotto in faccia e 4 mesi di condanna, ma il peggio è essere stato al fianco di uno che oggi (solo per il fatto che questo è un paese democratico) mi dà del traditore. Questa è una delusione, non perché abbiamo mai mangiato insieme, piuttosto per averla così sopravvalutata”. Grillo conclude: “I suoi sforzi per insultare me ed il movimento, con tarda pacatezza, esprimono la dinamicità di un fermacarte, incapace di farsi delle nuove domande, mentre l’avversario ha già cambiato pelle moltissime volte”.

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