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Silvio torna alla politica e aspetta Matteo al varco delle elezioni anticipate

Berlusconi non esclude che Renzi possa scegliere il voto anticipato e incrocia le dita perché l’Italicum affondi. Intanto, torna protagonista in politica estera. Fitto, che fine hai fatto?
A cura di Carlo Tarallo
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Dimagrito, galvanizzato dall’ottimo inizio di campionato del Milan, con un nuovo look con “occhialino” by Francesca Pascale, Silvio Berlusconi è tornato in piena attività politica. Terminata la “vacanza”, trascorsa interamente ad Arcore per le note vicende giudiziarie, il leader di Forza Italia torna a Roma tonico e determinato come non mai e si dedica alla fitta agenda di impegni che lo vedrà protagonista a partire dai prossimi giorni. “Sembra ringiovanito, e non solo per gli occhiali sbarazzini”: lo descrive così chi ha avuto modo di incontrarlo. In cima alle sue preoccupazioni, al momento, la situazione in Ucraina. Berlusconi, da sempre iperattivo in politica estera, ha parlato più volte con Vladimir Putin in questi ultimi giorni, e le telefonate non sono partite solo dall’Italia.

Putin: “Silvio, ci vuole la tua esperienza”. Contatti con Usa e Israele – Anzi: lo stesso Putin avrebbe chiesto al suo caro amico Silvio di rendersi protagonista di un’iniziativa diplomatica all’insegna del raffreddamento della tensione tra Usa, Nato e Ue da una parte e Russia dall’altra. Del resto, con Washington i rapporti di Berlusconi sono tornati ottimi come ai tempi d’oro della presidenza di George W. Bush. E anche in Israele si conta sull’esperienza dell’ex premier per dare consistenza ai timidi segnali di dialogo che sembrano aprirsi tra Mosca e Kiev. Una attività incessante, quella di Berlusconi, che lo ha portato a prendere nota anche delle posizioni del governo israeliano, negli ultimi tempi sempre più vicino alla Russia. I dettagli dei colloqui di Berlusconi sono stati ovviamente illustrati al presidente del consiglio Matteo Renzi nel corso di alcune telefonate tra i due.

Fi ricompattata, che fine ha fatto… Fitto? – Ma non c’è solo la situazione internazionale al centro dell’attenzione del Grande Assolto: Forza Italia si è finalmente ricompattata dopo le fibrillazioni primaverili e adesso occorre prepararsi alle imminenti elezioni regionali e soprattutto alla legge di stabilità. La ritrovata centralità di Denis Verdini, che ha stretto un nuovo patto di ferro con il “cerchio magico” Toti-Rossi-Pascale, ha portato all’eclissi totale di quello che sembrava l’astro nascente dei “rottamatori” forzisti: Raffaele Fitto. Sparito da giornali, tv e agenzie di stampa, Fitto ha abbandonato ogni velleità di scalata del partito e sembra tornato ad occuparsi principalmente della sua Puglia.

Forza Italia chiederà al premier meno tasse su famiglie e imprese – Del resto, l’assoluzione di Berlusconi nel processo-Ruby ha fatto tornare indietro di anni le lancette dell’orologio, restituendo al leader lo smalto dei vecchi tempi; al tempo stesso l’asse Verdini-Renzi ha prodotto quella sorta di “appoggio esterno mascherato” al governo da parte di Forza Italia. Protagonista della maggioranza delle riforme, Silvio ha passato l’estate a raffreddare i bollenti spiriti di chi, come il capogruppo alla Camera Renato Brunetta, cannoneggiava ogni giorno l’esecutivo. Il Cavaliere è sulla linea della responsabilità: sostenere il governo sui provvedimenti economici condivisi dal centrodestra. Se ci sarà una diminuzione delle tasse sulle famiglie e sulle imprese, Berlusconi non vuole certo passare come il leader di una opposizione “a prescindere”. Ma in cuor suo, Silvio non esclude che Matteo Renzi sia tentato dal voto anticipato, già in primavera.

Renzi vuole il voto per togliersi dai piedi dalemiani e alfaniani – Matteo, infatti, ora che i dalemiani sono tornati sul piede di guerra dopo che la Mogherini è stata preferita a Massimo D’Alema come alto rappresentante della politica estera della Ue, si ritrova a fare i conti con una pattuglia parlamentare difficilmente gestibile. La tentazione, visti i sondaggi, potrebbe quindi essere quella di cercare la legittimazione popolare e di andare alle elezioni per ritrovarsi in parlamento con una maggioranza blindata e costituita da fedelissimi. Non solo: Renzi non ne può più, come confessò anche a Berlusconi nel corso dell’ultimo incontro tra i due, dei continui veti e delle richieste del Nuovo Centro Destra. E gli alfaniani in questo parlamento possono contare su un numero di deputati e senatori ampiamente sproporzionato rispetto al peso elettorale del partito. Ma a proposito di Parlamento: con quale legge si andrebbe al voto?

Consultellum e pentapartito 2.0 – Se si trattasse del “Consultellum”, ovvero se l’Italicum dovesse essere affondato dai veti incrociati, per Berlusconi sarebbe la soluzione ideale. Il Partito Democratico, anche se ottenesse il 40% dei voti, avrebbe sempre e comunque bisogno di un alleato per formare una maggioranza. “Congelati” per sempre all’opposizione i voti del Movimento 5 Stelle, non ci sarebbe altro da fare che formare un esecutivo Silvio-Matteo. Lo schema sarebbe quello dell’ex pentapartito, con il Pd nel ruolo della Dc e FI in quello del Psi, con qualche “cespuglietto” centrista a completare il quadro. Un’ipotesi, che fanpage.it ebbe modo di proporre ai propri lettori già molto, molto tempo fa, e che adesso sembra sempre più una prospettiva concreta…

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