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Opinioni

Se tre chili di bambino valgono meno di un sacchetto di monete

È morto per ipotermia un bambino di 20 giorni, pesava 3,3 chili, corrispondenti al peso di 440 monete da 1 euro, che in quel caso tutti sarebbero corsi a recuperare.
A cura di Saverio Tommasi
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Salvataggio in mare
Salvataggio in mare

Pesava 3 chili e 300 grammi, veniva dalla Costa d'Avorio ed era lungo 50 centimetri.
Si dice "lungo" e non "alto" perché i bambini di venti giorni si misurano distesi, nessuno cammina o sta in piedi a quell'età, e lui – per l'appunto – era nato venti giorni fa e stava in collo alla madre, su un barchino con altri 35 disperati, quando è morto.

È morto per ipotermia, che poi vuol dire che quando il corpo si raffredda il metabolismo si rallenta, e impiega tutte le energie per mantenere vivi gli organi vitali, poi a un certo punto – quando fa davvero freddo – non è più sufficiente neanche quello e si blocca l'attività del cervello e poi quella del cuore. Sembra una morte nel sonno, ma è peggiore.

3 chili e 300 grammi sono 440 monete da 1 euro. Che chiunque si getterebbe in mare per recuperarle, se cadessero fra i polpi e gli scorfani. Oppure se galleggiassero su un canotto, chi è che non si affaccerebbe per tirare a bordo un sacchetto con 440 monete da un euro?
Lo stesso peso, trattandosi di un bambino, invece no. Un bambino non è mica come un sacco di monete, il bambino è un costo, per questo chiudono le frontiere, le finestre, sprangano le porte e poi – se al freddo del mancato recupero in mare qualcuno muore – "non si sarebbe dovuto imbarcare". Anzi, alcuni accusano anche la madre: "Disgraziata, non si affronta un viaggio così pericoloso con un bambino così piccolo".
E se il mondo fosse giusto, avrebbero ragione. Chi è che affronterebbe per sé e per suo figlio il rischio della morte, se restare a terra fosse più sicuro? Nessuno.
Ma quando imbarcarsi è l'unica possibilità di sopravvivere, a quel punto il buon genitore, o amico, decide di salire su qualsiasi bagnarola, anche se fa molto freddo. E' così che funziona.

Tra l'altro quel bambino aveva problemi di respirazione alla nascita, la madre voleva farlo curare in Italia, per questo si era imbarcata, e gli è morto di freddo fra le braccia.
Riuscite a capire il dolore? Io no, per me è incomprensibile.

440 euro in monete da 1 euro, che non hanno bisogno di essere riscaldate, non chiedono il latte ogni tre ore, non frignano e non si cacano addosso. Pecunia non olet, nevvero?
Può sembrare strano però alla fine è davvero soltanto una questione economica il motivo dei respingimenti: gli immigrati non li vogliono perché costano, anche se tecnicamente non sarebbe neanche vero perché quello che versano in contributi è superiore a quello che lo Stato italiano paga per l'accoglienza, ma la percezione è quella: non possiamo permetterceli. Il gas è rincarato. Le buche per le strade vanno coperte e costano, a proposito: giusto per capire, ora che il bambino di 3 chili e 300 grammi è morto, e cioè non dovremo pagare il gas per scaldargli il latte, quante buche in più potremo coprire per le strade di Roma? Quante buche vale un bambino di 20 giorni?

Sono convinto che scritta così suoni male anche ai cattivisti. Però è quello che fanno ogni volta che dicono qualcosa come "non fateli sbarcare".
Ogni ritardo provoca delle conseguenze, e sul crinale fra la vita e la morte è più semplice scivolare giù.

A proposito: abbiamo risparmiato un sacco, negli ultimi giorni. Ieri era morta una donna al poliambulatorio di Lampedusa, anche lei per ipotermia, dopo alcuni giorni di ricovero. Vabbè, in quei giorni di ricovero avrà comunque usufruito della mensa dell'ospedale, immagino quattro giorni di purè e piselli ci sia costata.
Nelle ultime tre settimane cinque bambini sono morti. Il 20 ottobre su un barchino in fiamme un bambino di un anno e una bambina di due. Due giorni dopo, un'imbarcazione di migranti si è ribaltata e un'altra neonata è annegata. Poi dopo qualche giorno due gemelli di un mese, per un incendio a bordo.

Non si può semplicemente dire che non devono partire, sarebbe scorretto. Loro continueranno a partire, perché è la scelta più logica per chi non ha più neanche le pezze per sedersi.
Non si può dire neanche che si è ricevuto un mandato dagli elettori per difendere i confini, non è così, e comunque di fronte alla disperazione non ci sono mandati, dovrebbe esserci la politica che salva, non quella che moltiplica i sommersi.
Non si può dire "ma poi l'accoglienza non funziona", perché se non funziona (ed è vero che funziona soltanto in piccola parte) deve essere ristrutturata, dando fondi in più e non togliendoli come fece Salvini (Conte era il premier) con i Decreti Sicurezza.
Non si può dire "deve occuparsene l'Europa" come scusa per lavarsi la coscienza e disinfettarsi le mani quando poi si impedisce addirittura il lavoro delle ONG in mare.
L'Europa DEVE essere coinvolta, in parte lo è e ovviamente potrebbe fare di più. Ma non può essere detto con il ricatto giocato sulla pelle dei disperati: o ve li prendete oppure guardate insieme a noi come affogano mentre fanno "glu glu".

Tutto questo non è umano.

Se fossimo coleotteri studierebbero la nostra specie come una manica di classisti assassini, sterminatori della propria specie. Invece siamo umani, e non sappiamo neanche guardarci allo specchio.

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Sono giornalista e video reporter. Realizzo reportage e documentari in forma breve, in Italia e all'estero. Scrivo libri, quando capita. Il più recente è "Siate ribelli. Praticate gentilezza". Ho sposato Fanpage.it, ed è un matrimonio felice. Racconto storie di umanità varia, mi piace incrociare le fragilità umane, senza pietismo e ribaltando il tavolo degli stereotipi. Per farlo uso le parole e le immagini. Mi nutro di video e respiro. Tutti i miei video li trovate sul canale Youmedia personale.
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