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Salvini ripete la fake news dei vaccini che creano le varianti: “Lo dice Iss, lo dicono premi Nobel”

Il leader della Lega insiste sulla bufala secondo cui il vaccino creerebbe le varianti del Covid: “C’è scritto sullo studio dell’Istituto superiore di sanità – sostiene Salvini – questo non è un dibattito tra virologi, le varianti nascono perché il virus vuole sopravvivere al vaccino, lo dicono i premi Nobel, non lo diciamo noi”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Matteo Salvini non molla e rimane fermo sulle proprie idee, anche se smentite a gran voce dalla comunità scientifica. Il leader della Lega torna sulla bufala del vaccino che crea le varianti durante la sua visita al Mercato Centrale a Stazione Centrale a Milano: "C’è scritto sullo studio dell’Istituto superiore di sanità, a quello vi rimando ed evito polemiche – commenta Salvini rispondendo ai giornalisti – questo non è un dibattito tra virologi, le varianti nascono perché il virus vuole sopravvivere al vaccino, lo dicono i premi Nobel, non lo diciamo noi, non stiamo facendo una scoperta scientifica in Stazione Centrale". Quindi "evviva chi si vaccina, ringrazio i 40 milioni di italiani che si sono vaccinati, ma purtroppo il vaccino non rende immortali". E ancora: "Io posso contagiare e posso essere contagiato, è la drammatica verità – insiste – Nonostante il vaccino bisogna stare attenti, poi i medici faranno i medici e sconfiggeremo questa stramaledetta bestia, così torneremo a parlare d’altro finalmente". Le varianti, però, c'erano ben prima dei vaccini: "È colpa mia – ironizza – è sempre colpa di Salvini, quindi anche io ho la mia quota parte di responsabilità".

Il leader della Lega dribbla velocemente anche le domande sul convegno in Senato promosso dalla Lega in cui sono state illustrate, con il benestare della presidente Casellati, diverse teorie antiscientifiche sul Covid: "Non faccio il medico, ieri ero in Umbria e in Toscana", chiosa Salvini.

Poi il senatore prende una posizione netta contro il referendum sulla cannabis: "Assolutamente no, non firmerò, perché per me la droga è droga", ribatte Salvini. E rispetto alle sue posizioni più aperturiste in passato commenta: "Sono cresciuto, da giovani c’è la possibilità di essere di sinistra e avere una certa visione del mondo, poi cresci, lavori, ti nascono dei figli e ti rendi conto che la droga è morte, sempre e comunque, preferisco un bicchiere di rosso".

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