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Salvini non va al processo per vilipendio per “impegni in Senato”, il giudice: “Ma oggi chiuso”

Oggi Matteo Salvini avrebbe dovuto presentarsi in tribunale a Torino, dove è imputato con l’accusa di vilipendio dell’ordine giudiziario. Ma la sua legale aveva avanzato la richiesta di legittimo impedimento visti gli impegni in Parlamento, concentrato in questi giorni nella crisi di governo. Ma il giudice ha fatto notare che il Senato, in cui siede Salvini, si riunirà solo domani: per cui ha respinto la richiesta e il processo è andato avanti comunque.
A cura di Annalisa Girardi
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Il tribunale di Torino ha respinto la richiesta di legittimo impedimento avanzata dalla legale di Matteo Salvini, imputato nel capoluogo piemontese con l'accusa di vilipendio dell'ordine giudiziario. "Matteo Salvini non può partecipare al processo perché è impegnato in Parlamento", ha dichiarato la sua avvocata Claudia Eccher all'apertura dell'udienza. Ma il giudice ha rilanciato: oggi non sono previste attività in Senato, per cui non ci sono ragioni per fermare il processo, si va avanti.

Oggi Salvini avrebbe dovuto presentarsi in aula a Torino per essere interrogato per la vicenda risalente al 2016, quando durante un congresso regionale della Lega a Collegno, nel Torinese, aveva pronunciato frasi ritenute offensive sulla magistratura. "Difenderò qualunque leghista indagato da quella schifezza che si chiama magistratura italiana, che è un cancro da estirpare", aveva detto.

Il leader della Lega aveva chiesto nuovamente un rinvio del dibattimento (è la terza volta) parlando di legittimo impedimento e sostenendo che l'attività parlamentare non gli avrebbe permesso di lasciare la capitale oggi. "Non riconoscere il legittimo impedimento al senatore Salvini in questo momento di crisi di governo, mi pare sia un fatto abbastanza grave, quella del tribunale è un’ordinanza che priva il mio assistito dei suoi diritti civili", ha commentato ancora l'avvocata. Ma il magistrato aveva fatto presente che l'impossibilità di partecipare a un dibattito in aula ed esercitare il diritto di voto sarebbe stato motivo legittimo di impedimento.

Oggi era riunita la Camera per il voto di fiducia al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e solo domani toccherà al Senato dove siede Salvini. Per cui il processo è andato comunque avanti. Il giudice non ha accettato la richiesta della legale e ha disposto il proseguimento dell'udienza. A prendere la parola in aula non è stato quindi Salvini, ma uno dei partecipanti alla manifestazione leghista, chiamato come testimone della difesa: si tratta del sindaco di Novara, Alessandro Canelli.

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