Salvini attacca il governo: “Fa pena come il Milan”
Il leader della Lega, Matteo Salvini, torna ad attaccare il governo e lo fa paragonando l’esecutivo guidato da Giuseppe Conte al Milan, in crisi di risultati in serie A. Per Salvini è “evidente” che Di Maio non è all’altezza del suo ruolo, ma “non è colpa sua: se il Milan faceva pena nel 2019 e ha fatto pena anche ieri è colpa della squadra, non di un giocatore. Manca l'idea di squadra, stanno lì per pensare come tirare a campare. È evidente che c'è una squadra raffazzonata che non funziona”. Altre accuse vengono lanciate sulla manovra: “L’economia italiana è ferma. Questa manovra economica con sette miliardi di nuove tasse, certificate dalla Corte dei Conti, è la cosa più stupida che potessero fare”.
Nella Lega sono arrivati alcuni fuoriusciti del Movimento 5 Stelle nelle ultime settimane e altri potrebbero unirsi. Tanto che Salvini non chiude a questa possibilità: “Le persone di buona volontà che si sentono tradite da Grillo e Di Maio e che vogliono continuare a combattere per il cambiamento hanno porte aperte nella Lega. Noi non cerchiamo nessuno e non promettiamo niente a nessuno”. Al contrario, se c’è una certezza è quella che non può nascere un’intesa con Italia Viva: “Se c’è Renzi non ci sono io”.
Altro tema affrontato da Salvini è quello della Libia, rispondendo al ministro degli Esteri Luigi Di Maio: “Secondo quel genio di Di Maio sarei io che voglio alimentare l'immigrazione dalla Libia? Siamo su Scherzi a parte. Anche a gennaio 2020 è colpa di Salvini, è uno po' noioso ‘sto ritornello, cambiassero ritornello. Fino ad agosto l'interlocutore primo per la Libia era l'Italia e la situazione era sotto controllo, finché facevo il ministro. Ora ci sono turchi, russi, egiziani, francesi e nessuno chiama più gli italiani. È colpa di Salvini? Siamo seri, se non sono capaci di fare i ministri facciano altro nella vita”.
Poi il leader leghista parla non solo del ministro degli Esteri, ma anche del presidente del Consiglio: “Se Conte e Di Maio danno ragione a uno un giorno e all’altro il giorno dopo, fanno arrabbiare prima uno e poi l’altro. E nessuno considera più l’Italia. In Libia c’è un governo riconosciuto? Io sostegno per dignità e coerenza il governo legittimo. Da ministro parlerei ai ministri, non ad altri”.