Salario minimo: la retribuzione aumenterà in caso di disdetta o mancato rinnovo del contratto
Il disegno di legge sul salario minimo, misura su cui spinge il Movimento Cinque Stelle e che nei giorni scorsi ha canalizzato un'accesa discussione fra il partito di Luigi Di Maio e i sindacati, si trova in esame alla commissione Lavoro del Senato. Un ultimo emendamento al testo che introduce la retribuzione minima oraria a 9 euro lordi, prevede che, in caso di disdetta anticipata o mancato rinnovo del contratto, ci sia un aumento della retribuzione a partire dal diciottesimo mese. L'emendamento, che riguarda più precisamente l'Articolo 4, è stato presentato dalla presidente della commissione Lavoro a palazzo Madama, Nunzia Catalfo. Come spiega il Sole 24 Ore, l'incremento deve tenere conto delle variazioni dell'Ipca, l'Indice dei prezzi al consumo, nei Paesi dell'Ue. Questo aggiornamento sarà valido solo nell'ambito del privato, e non per coloro sotto contratto nella pubblica amministrazione. La modifica si propone di salvaguardare ulteriormente il salario dei lavoratori, in caso di disdetta o mancato rinnovo del contratto da parte dell'impresa.
La Commissione dovrà riunirsi nuovamente la prossima settimana. La scadenza per approvare il testo, con tutti gli emendamenti del caso, e portarlo in Aula è programmata per il prossimo 23 luglio. Per rispettarla, tuttavia, è necessario trovare un intesa con l'alleato di governo, la Lega. La maggioranza si è scontrata sulla questione in quanto per il Carroccio va rispettato quanto affermato dal contratto di governo, e cioè che il salario minimo si applichi solo a quei settori dove non è presente un quadro di contrattazione collettiva di riferimento. Il M5S, tuttavia, chiede che tutti i minimi contrattuali rispettino la soglia imposta.
I numeri del salario minimo
Se si andasse effettivamente a fissare la soglia minima di retribuzione oraria a 9 euro lordi, secondo l'Inps circa 2,9 milioni di lavoratori potrebbero beneficiare di una media di 1.073 euro in più all'anno. Chiaramente questo rappresenterebbe un peso economico per le imprese, che dovrebbero trasferire il sovraccarico dei costi sui prezzi. Al momento, i lavoratori più colpiti dai bassi salari sono le donne e i giovani sotto i 30 anni. In generale circa il 22% dei dipendenti privati percepisce al momento una retribuzione che non arriva ai 9 euro lordi all'ora.