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Renzi attacca il M5s: “Partito fondato da un pregiudicato, ha una morale a due livelli”

Nel giorno forse decisivo per le trattative sulla nuova legge elettorale, Matteo Renzi attacca duramente Beppe Grillo e il MoVimento 5 Stelle.
A cura di Redazione
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Si apre con un piccolo caso politico la giornata forse decisiva per le trattative sulla nuova legge elettorale. Nel corso del primo appuntamento di OreNove, una specie di rubrica di un quarto d'ora di rassegna stampa e approfondimento che su Facebook e Youtube vedrà alternarsi i big del Partito Democratico, il segretario Matteo Renzi ha attaccato duramente il capo politico del MoVimento 5 Stelle Beppe Grillo. Mentre ragionava intorno alla possibilità che Virginia Raggi decida di non dimettersi anche nel caso in cui fosse rinviata a giudizio, Renzi ha aggiunto: "È normale che un partito fondato da un pregiudicato possa avere una morale su due livelli?"

Considerazioni destinate a riaccendere le polemiche, in un momento cruciale. Come detto, infatti, il cammino verso una nuova legge elettorale sembrava in discesa, considerando la convergenza di Forza Italia e MoVimento 5 Stelle sul modello tedesco. Anche se, a tal proposito, Renzi ribadisce che "senza la soglia al 5%" non ci sarà accordo: "Il modello tedesco a me non piace perché siamo per il maggioritario, ma ci sono comunque elementi positivi. Con lo sbarramento entrano 4 o 5 partiti e per questo si elimina il potere di ricatto e di veto dei piccoli partiti. I piccoli partiti non sono contenti? Lo capisco, è umano, ma viene prima l'interesse dell'Italia". Quanto poi a possibili ripercussioni sulla stabilità del Paese in caso di voto anticipato, Renzi è netto: "Chi dice che votare è un pericolo per la stabilità non capisce che una risata europea rischia di abbracciarlo. Si vota ovunque, ogni settimana: Malta, Regno Unito, Germania. Noi diamo pieno sostegno al Governo, ma ora è necessario approvare la legge elettorale entro il 10 luglio e poi decideremo cosa fare".

Sul punto, poi aggiunge: "La discussione sul voto, su quando si vota, non si pone sulla base della legge elettorale ma su che tipo di legge di bilancio vogliamo fare. A me interessa ridurre il numero di disoccupati, e il Partito Democratico è impegnato su questo punto. Insomma, non cambia niente se si vota sei mesi prima o dopo, ma il punto è capire che legge di bilancio va fatta; noi siamo determinati a lavorare insieme a Gentiloni sulla manovra".

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