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Quando arriveranno i soldi del Recovery fund in Italia

Se andrà tutto come previsto dalla tabella di marcia, a luglio arriveranno i primi fondi del Recovery in Italia e agli altri Paesi dell’Ue. La prima tranche sarà del 13% del prefinanziamento, la seconda dovrebbe arrivare a fine anno, ma sarà vincolata ai risultati raggiunti nel frattempo. L’ostacolo ora è la ratifica, che dovrà essere effettuata da tutti gli stati membri entro il 31 maggio, altrimenti il primo pagamento arriverebbe a fine estate.
A cura di Tommaso Coluzzi
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I soldi del Recovery fund sono sempre più vicini, e stavolta arriva una conferma ufficiale. Ad illustrare il calendario con le date importanti delle prossime settimane, è stato il vicepresidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis. Se tutto andrà come deve andare, i primi fondi verranno erogati già a luglio. Poi, a seconda di come verranno portati avanti i progetti dai Paesi europei e se verranno rispettati i tempi prestabiliti, arriverà un'altra quota entro la fine del 2021. Tutto dipenderà dagli Stati membri dell'Unione, anche in questa fase dove la Commissione deve aspettare la ratifica di tutti i Paesi prima di potersi rivolgere ai mercati.

Se verrà seguita la tabella di marcia, il primo pagamento arriverà ai Paesi dell'Unione durante l'estate – "presumibilmente a luglio", dice Dombrovskis – e sarà del 13% del prefinanziamento. Poi "un secondo pagamento è previsto entro fine anno", ma sarà vincolato al "raggiungimento degli obiettivi", continua il vicecommissario europeo. Umberto Gentiloni, commissario Ue all'Economia, ha spiegato che c'è soddisfazione rispetto ai 14 piani consegnati dai Paesi per ricevere i fondi: "Non hanno gravi punti deboli – ha precisato – Stiamo lavorando soprattutto sui tempi, sui meccanismi di controllo e sugli obiettivi". Entro metà giugno arriverà una risposta definitiva dalla Commissione europea con eventuali modifiche ai piani, compreso (ovviamente) il Pnrr italiano.

Se da un lato dalla Commissione hanno manifestato soddisfazione per la prontezza nella consegna dei piani, gran parte dei quali sono arrivati prima del 30 aprile, scadenza che non era vincolante, dall'altro hanno evidenziato che l'ostacolo ora è uno solo: la ratifica delle risorse proprie. Mancano ancora otto Paesi all'appello, con tre che dovrebbero completarla in questa settimana. La Commissione europea potrà rivolgersi ai mercati solo dal mese successivo a quello in cui avverrà l'ultima ratifica: per questo è essenziale che avvengano tutte entro il 31 maggio. Se anche solo una dovesse scalare al 1 giugno, la Commissione non potrebbe raccogliere i fondi prima di luglio, facendo scalare anche il primo pagamento agli Stati alla fine dell'estate.

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