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Quali Regioni rischiano di chiudere al prossimo monitoraggio

La mappa dell’Italia divisa in zona gialla, arancione e rossa è cambiata solo pochi giorni fa, quando diverse Regioni sono passate in area arancione. Ma la situazione potrebbe mutare nuovamente già questo fine settimana. Preoccupano le varianti del coronavirus e lo stesso comitato tecnico scientifico ha lanciato un appello affinché le restrizioni anti-contagio siano più severe.
A cura di Annalisa Girardi
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Coronavirus Covid-19
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La mappa dell'Italia ha cambiato colore solamente da pochi giorni, ma già questo fine settimana potrebbe farlo nuovamente. Con il nuovo monitoraggio della cabina di regia, infatti, alcune Regioni potrebbero cambiare colore e verrebbe modificata l'attuale divisione in tre zone a seconda del livello di rischio legato alla situazione epidemiologica. Al momento nessuna Regione si trova in area rossa. Da questa settimana, però, sono aumentate quelle che si trovano in zona arancione: Abruzzo, Liguria, Toscana, Provincia Autonoma di Bolzano e Provincia autonoma di Trento (quindi l'intero Trentino Alto Adige) si sono aggiunte all'Umbria, mentre la Sicilia è passata in zona gialla.

Sommandosi a Calabria, Campania, Basilicata, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna, Valle d’Aosta, Veneto. In alcune Regioni, però, la situazione epidemiologica è in netto peggioramento e potrebbero quindi passare alla zona arancione. È il caso dell‘Emilia Romagna: "È vero che c'è un rischio elevato, l'Emilia-Romagna rischia concretamente di diventare zona arancione la prossima settimana. Sottolineo che occorre molta prudenza, e dire ai cittadini che serviranno ancora settimane di pazienza perché le cosiddette varianti (video) in tutta Europa rischiano di creare ulteriori disagi", ha detto il governatore Stefano Bonaccini.

Rischia di tornare in zona arancione anche la Lombardia, l'unica Regione sopra quota mille nuovi casi giornalieri. Nella Regione aumentano i ricoveri e sono sempre di più le micro zone rosse create per frenare l'alta circolazione del virus.

Così come nessuna Regione si trova al momento in zona rossa, lo stesso accade per la zona bianca. Quella in cui la circolazione del virus è talmente bassa da permettere la riapertura di praticamente tutte le attività al momento vietate. Già istituendola il ministero della Salute aveva sottolineato che sarebbe dovuto passare parecchio tempo prima che una Regione si trovasse nelle condizioni di poter entrare in quest'area. E adesso, con la preoccupazione che aumenta a causa delle varianti, questa eventualità rimane lontana.

Anzi, si va nella direzione opposta. Lo stesso Cts ha parlato di un rafforzamento delle restrizioni anti-contagio per combattere la diffusione delle varianti più contagiose. "L’incidenza dell’epidemia risulta nuovamente in crescita, con un impatto sostenuto sui sistemi sanitari", sottolineano gli esperti, chiedendo quindi che prevalga la linea della cautela.

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